L’ultima eruzione dei Campi Flegrei: violenti terremoti, poi la terra si sollevò e nacque Monte Nuovo

Monte Nuovo, illustrazione d'epoca di Peter Fabris


In un momento in cui si ipotizzano diversi scenari sull’evoluzione della situazione ai Campi Flegrei, è interessante fare un excursus storico sul vulcano che preoccupa non solo la sua area di riferimento. È noto infatti che un’eruzione simile a quella di 40mila anni fa, così come ricostruita dai recenti modelli scientifici, sarebbe potenzialmente devastante per le forme di vita in tutta Europa ed anche oltre. Fortunatamente l’ipotesi che si possa verificare un fenomeno è attualmente remotissima, data la fase in cui si trova il vulcano.

L’ultima eruzione dei Campi Flegrei: la nascita di Monte Nuovo nel 1538

L’ultima vera e propria eruzione dei Campi Flegrei è avvenuta nel 1538 e prende il nome di eruzione del Monte Nuovo, proprio perché si ebbe la formazione di tale rilievo che raggiunge i 133 metri sul livello del mare. È l’unica avvenuta in epoca storica e della quale esistono delle testimonianze scritte.

Monte Nuovo si formò dunque tra il 29 settembre ed il 6 ottobre 1538 a causa di una eruzione dei Campi Flegrei, distruggendo il villaggio medievale di Tripergole, che era adagiato su una piccola collina di tufo e vi era un ospedale che sfruttava le proprietà curative delle sorgenti termali locali. La zona flegrea è frequentata da millenni e le famiglie più prestigiose, in epoca romana, vi possedevano ville sontuose che godevano delle bellezze paesaggistiche e del termalismo. Con il passare dei secoli la zona ha continuato ad essere abitata e si comprende, dunque, quanta curiosità possa avere provocato all’epoca la possibilità di assistere da vicino all’eruzione, tanto più che non era particolarmente violenta.

Monte Nuovo, illustrazione

Monte Nuovo, illustrazione che mostra la sua formazione

I fenomeni precursori

Tra i fenomeni precursori vi furono sicuramente le scosse di terremoto, l’incremento dell’attività fumarolica e la deformazione del suolo. Già a partire dal 1470, quasi 70 anni prima, vi fu una crisi sismica che danneggiò alcuni edifici. Contestualmente aumentarono le emissioni di gas dalla Solfatara. Nei decenni successivi si verificò il sollevamento del suolo, grazie al bradisismo, il quale fece emergere porzioni di territorio dal fondo del mare, tanto da causare litigi sulla proprietà delle stesse finché un provvedimento del viceré di Napoli le attribuì al demanio pubblico.

Nell’estate del 1538 l’attività sismica si intensificò, interessando anche la città di Napoli. Secondo le fonti, negli ultimi dieci giorni prima dell’eruzione, si avvertivano distintamente dai 5 ai 10 terremoti al giorno. Circa 30 ore prima dell’eruzione vera e propria venne osservato il disseccamento del mare fra il lago di Averno e il Monte Barbaro, probabilmente a causa del sollevamento del fondale marino. L’area dove sarebbe emerso Monte Nuovo, infine, si abbassò di circa 4 metri per poi risollevarsi formando una bocca eruttiva nel giro di 7 ore.

L’eruzione e la formazione di Monte Nuovo

Il 29 settembre 1538, intorno alle 19:30, si verificò un forte terremoto con l’apertura di una bocca eruttiva che distrusse il villaggio di Tripergole, a 3 chilometri da Pozzuoli. Dalla bocca venivano espulsi materiali incandescenti di varia tipologia, tra cui pomici di varie grandezze fino a 8 chilometri dal cratere, tali da diventare palle di cannone per le imbarcazioni in mare. Poi ceneri, sia bagnate che asciutte. Successivamente si sarebbero aperte altre bocche eruttive minori.

Le uniche vittime furono incauti curiosi

Con il passare dei giorni l’attività eruttiva diventò meno intensa, tanto da infondere fiducia nei più curiosi che si avvicinarono al luogo per assistere personalmente all’eruzione. Fu in qual modo che si ebbero le uniche vittime: un’errata percezione del pericolo portò a sottovalutare la possibilità di una ripresa dell’attività del vulcano, il quale espulse improvvisamente del materiale uccidendo gli astanti.

Fonti:
Storia del Monte Nuovo, l’ultima eruzione dei Campi Flegrei sul portale di INGV. Pubblicato il 15 novembre 2019, consultato il 27 maggio 2024.


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