Un altro pezzo di storia è stato riportato alla luce. Ieri, presso la sede del Comune di San Giorgio a Cremano, si è tenuta l’intitolazione della piazza dove ha sede l’amministrazione cittadina. Cancellato Vittorio Emanuele II dalla toponomastica: da oggi c’è piazza Carlo di Borbone. Un cambiamento di portata storica, che certifica la voglia della città vesuviana di rendere il giusto omaggio a quel passato andato perduto – e “storpiato” – dopo l’Unità nazionale. La mattinata è iniziata nel cortile del municipio, dove è stato apposto un busto in marmo di Carlo di Borbone ad opera del maestro Guglielmo Muoio, donato alla città dall’Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie. Poi, si è proseguito nella Sala Consiliare “Aldo Moro”, dove si è tenuta una breve conferenza stampa di presentazione.
Giorgio Zinno, sindaco di San Giorgio a Cremano, si è esposto in prima linea affinché avvenisse questo cambiamento nella toponomastica cittadina: “Abbiamo scelto di intitolare la piazza a Carlo di Borbone perché è stato una figura fondamentale per la crescita culturale ed artistica del territorio – ci racconta ai nostri microfoni –, basti pensare alla costruzione della Reggia di Portici. Si tratta di un personaggio storico a cui vanno riconosciuti i giusti meriti“.
Ciononostante, Zinno ci tiene a precisare che la riscoperta di un passato per troppo tempo sottaciuto non deve necessariamente pregiudicare l’Unità nazionale: “Quella del Sud Italia è una storia importante, ma che non cambia la nostra identità, il nostro sentirci italiani“. Il sindaco fa riferimento ad alcuni fischi che ci sono stati al momento dell’esecuzione dell’inno di Mameli, fischiato da alcuni presenti durante la cerimonia di inaugurazione della targa. “Ho subito stigmatizzato quei fischi, poiché l’inno di Mameli resta un segno della nostra riconoscibilità nelle istituzioni e nello stato italiano – spiega Zinno -. L’inno può piacere o meno, ad esempio io non ne condivido alcune parole, ma ne va rispettata l’importanza nazionale. Sentirsi italiani e, allo stesso tempo, rivalutare ciò che hanno fatto i Borbone, si può“.
Alla cerimonia di inaugurazione della piazza a Carlo di Borbone era presente anche Gennaro De Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico: “Quando si cambia il nome ad una strada, significa che si sta facendo la storia – esordisce il professore ai nostri microfoni – e va dato grande merito al sindaco Zinno di questo. Cancellare Vittorio Emanuele II di Savoia dalla toponomastica ed intitolare la piazza a Carlo di Borbone significa far alzare la testa a tanti ragazzi di San Giorgio, e far capire loro che qui c’è riscatto ed orgoglio“.
De Crescenzo si è quindi soffermato sullo stato di salute del Paese, evidenziando ancora una volta il gap che c’è tra Nord e Sud; nello specifico, il professore ha parlato di quelle migliaia di studenti che ogni anno emigrano per poter studiare: “Il Sud è ancora una volta calpestato, dimenticato dall’agenda di governo. Cambiare è complicato, poiché veniamo da 150 anni di colonizzazione. La fiducia sull’attuale governo la misuriamo in base ai provvedimenti fatti a vantaggio del Sud. Se entro un anno o due vedremo sempre meno ragazzi emigrare al Nord, noi del Movimento saremo contenti di ciò“.
Ospite d’onore della cerimonia, la Principessa Beatrice di Borbone delle Due Sicilie: “Sono felice e commossa, è un giorno storico. Grazie a questo cambiamento si permette ai cittadini di San Giorgio di conoscere alla gente la vera storia dei miei antenati. Ho deciso di prendere casa a Napoli. Mi piace tanto, fa parte del mio cuore, a Napoli mi sento bene. Inoltre, sono in un’età che mi permette di trascorrere più tempo in questa bellissima città. Se sono stata sorpresa? Sì certo, e ringrazio il sindaco per ciò che ha fatto“.