Quando si entra nel campo di miti e leggende, tutto si tramanda per “tradizione” e per passaparola. Storie, voci, chiacchiericci. Con poco si creano personaggi e vicende incredibili, che si tramandano di generazione in generazione, pur senza avere alcuna comprovata veridicità. Questo è anche il caso di Giustiniano Lebano, conosciuto come “lo stregone” di Torre Annunziata.
Su di lui si è detto tanto, ma scritto pochissimo, per cui le uniche tracce ancora in circolazione sono per lo più orali, ricordi, quasi folklore.
Si dice, infatti, che Don Giustiniano avesse una villa in via IV Novembre, ancora oggi visitabile, seppur in rovina, in cui avvenivano strani prodigi, eventi soprannaturali. A quanto pare, l’uomo aveva la capacità di invocare gli spiriti con un libro nero, e portava al dito un anello magico e talmente strano che nessuno ha mai saputo descrivere.
Giustiniano era ricco, sensuale, avaro, vinceva al lotto cifre altissime, ma restava sempre chiuso tra le mura della sua residenza, dove avvenivano questi riti proibiti. E guai ad avvicinarsi alla sua villa. Un giorno, un viandante tentò di cogliere un melograno che sporgeva dal muro di cinta della sua casa, ma si ritrovò con il braccio paralizzato, e solo dopo una grande opera di convincimento Don Giustiniano cancellò la maledizione.
Sono solo leggende, forse. Di vero c’è che Giustiniano fu una personalità importante per Torre Annunziata. Assessore, vicesindaco, avvocato e soprattutto spiritista, eppure il suo nome non compare quasi da nessuna parte.
Potrete trovarlo in qualche raro testo della Massoneria o del Martinismo. Troppo poco per uno come lui, considerato da tanti uno degli esoteristi più importanti dell’800.
Fonte: www.centrostudiscienzeantichena.it