In molti ricorderanno la vicenda di Maurizio Cerrato, il 61enne ucciso lo scorso 19 aprile a Torre Annunziata per soccorrere la figlia dopo una lite per un parcheggio. Dopo il Riesame, il quarto uomo arrestato con l’accusa di concorso anomalo in omicidio volontario, il 67enne Francesco Cirillo, è stato scarcerato ed è ora agli arresti domiciliari.
In carcere restano i fratelli Giorgio e Domenico Scaramella e Antonio Cirillo, suo figlio, che avrebbe sferrato la coltellata mortale a Cerrato. Francesco Cirillo ha spiegato che pur avendo partecipato alla spedizione punitiva, non c’era intenzione di commettere un omicidio.
La sentenza sta già facendo discutere. Parole di indignazione da parte della moglie della vittima, Tania Sorrentino, che si espone sulla pagina Facebook “Giustizia per Maurizio”: “Mio marito non ha avuto diritto al Riesame, noi non abbiamo diritto a sconti di pena. Se c’è una giustizia Divina tu padre indegno di questo nome pagherai fino al resto della tua miserabile vita. Fine pena mai per gli assassini.“
Tania Sorrentino parla anche di ha assistito alla scena, ma non è intervenuto: “Ringrazio chi ha visto e non è intervenuto per difendere Maurizio Cerrato. Ringrazio chi ha registrato e cancellato il video dell’agguato perpetrato a mio marito, ringrazio chi per paura non ha parlato e continua a nascondere la testa nella sabbia. Grazie perché grazie a voi questa frattaglia umana è tornata comodamente a casa nel suo letto. Sappiate che non ve lo auguro ma i vostri figli e i vostri mariti potrebbero incontrarlo per strada, come è successo a noi. Purtroppo solo allora capirete che il vostro silenzio ha avuto un prezzo troppo alto.”
Anche il senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto esprime il suo pensiero sulla vicenda: “Lascia sgomenti la decisione del tribunale del Riesame di concedere gli arresti domiciliari a Francesco Cirillo. Ci auguriamo che la Procura della Repubblica faccia ricorso anche perché l’indagato avrebbe ammesso la sua partecipazione alla tragica spedizione punitiva.“
“La nostra solidarietà va alla vedova e alle figlie di Maurizio Cerrato, la cui esecuzione ha rappresentato uno spartiacque nella storia recente di Torre Annunziata. Deve indurre tutti noi a reagire contro la camorra e il malaffare. È giunto il momento che Torre Annunziata si schieri. Chi è indifferente è complice dell’agonia della città. Occorrono segnali concreti a cominciare dallo Stato che dimostri di essere Stato. Ma anche la città deve scendere in campo a difesa della legalità contro la cultura della violenza e della sopraffazione”, conclude Ruotolo.