“Presto correte, c’è una rissa nella zona del Suffragio”. Un urlo, e dopo pochi minuti un fuggi fuggi generale di uomini, donne e bambini presi dal panico .
Ecco come in una città come Torre Annunziata, anche il cimitero, giardino della pace e della serenità, luogo sacro ed inviolabile (almeno sulla carta), si trasforma in pochi minuti in una specie di grande ring nel quale, incuranti delle migliaia di persone presenti per onorare la memoria dei propri cari, due famiglie di rom se le suonano di santa ragione, non disdegnando l’uso di qualsiasi materiale si trovino sul loro cammino. A riportarlo è IlMattino.it
Una vera e propria rissa, sedata soltanto con l’arrivo degli agenti del commissariato di polizia di Torre Annunziata coordinati dalla dirigente Rossella Zingaro, e dal vice questore aggiunto Elvira Arlì, e dai Carabinieri del locale comando agli ordini del colonnello Nicola Conforti e del capitano Michele De Riggi.
Eppure in mattinata la situazione è tranquilla, fino a quando non entra nella zona del suffragio una coppia che si avvia verso la tomba del proprio congiunto. Qui trova un altro familiare che sta ponendo un fiore sulla stessa tomba. Cosa che infastidisce la coppia. «Tu non devi venire a trovare mio padre, vattene». Neanche il tempo di chiedere spiegazioni che scoppia una lite. Prima volano parole grosse, poi dalle parole si passa ai fatti. Calci e pugni sotto gli occhi terrorizzati della gente intenta a pregare sulla tomba del proprio caro. Scatta l’allarme: «Si sono azzuffati proprio davanti a me – dice una donna – all’inizio non credevo che arrivassero a tanto, visto anche il giorno, ma poi la situazione è degenerata». Con l’aiuto della polizia e dei carabinieri, le famiglie sono state ”gentilmente” invitate a lasciare il cimitero.