Emanuele Filiberto di Savoia compra il Savoia, la squadra di calcio di Torre Annunziata. Se in passato aveva parlato di un proprio futuro impegno ma annunciando che non avrebbe investito economicamente nella società, stavolta la notizia corre specialmente sui social ed è egli stesso a rilanciare le notizie scritte dai giornali.
L’acquisto sarà in verità una semplice formalità, dato che Mario Pellerone, l’attuale presidente, la metterà in vendita a titolo gratuito il primo dicembre. La decisione è maturato dopo la recente notizia di estorsioni da parte della camorra nei confronti perfino della squadra cittadina.
La proprietà dell’Associazione Calcio Savoia dovrebbe essere ricondotta a casa Reale Holding, la società per azioni che sarà quotata alla Borsa di Vienna e costituita da Emanuele Filiberto insieme ad altri tre soci: l’imprenditore farmaceutico Nazario Matachione, già presidente del Savoia agli inizi del 2000, l’ingegnere Roberto Passariello e l’esperto di finanza Marco Limoncelli.
Parlando del progetto in una intervista al Corriere della Sera Emanuele Filiberto aveva spiegato: “Vorrei lanciare con il Savoia anche un progetto per tenere i giovani lontani dalla criminalità”. La sua idea sarebbe quella di creare la più grande accademia calcistica per ragazzi del Sud Italia, accogliendo giovani da tutte le regioni meridionali e non solo dalla Campania.
Un progetto senza dubbio interessante, che può incontrare il favore di chiunque abbia a cuore le sorti dei giovani. In un certo senso si potrebbe dire che si tratta di un’occasione, per un esponente di Casa Savoia, di rimediare almeno in parte a quanto accadde sin dalle prime fasi dell’Unità d’Italia, quando il nuovo Stato decise di affidare l’ordine pubblico alla camorra per tenere a bada eventuali sommosse. È ormai noto e acclarato, infatti, che l’ingresso di Garibaldi a Napoli avvenne proprio con la scorta dei guappi dell’epoca, che vigilarono anche sul plebiscito di annessione al Regno d’Italia. Fatti che ormai appartengono alla storia ma i cui effetti si sono trascinati fino ai giorni nostri.