La vecchia Villa Comunale di Torre del Greco, in corso Vittorio Emanuele, è un’istituzione per tutta la città: in pieno centro, ricca di spazio aperto, pur nelle sue piccole dimensioni, è da sempre il luogo ideale per incontrarsi, per fare una passeggiata lontano da automobili e traffico o per lasciare i bambini a giocare.
Eppure, nonostante sia costantemente vissuta, in pochi sanno a chi è dedicata. Per molti si chiama solo “Villa Comunale” per altri, semplicemente, “villa”, ma, in realtà, è intitolata, dal 1941, ad un giovane eroe torrese morto per la patria: Vincenzo Ciaravolo.
Nacque a Torre del Greco il 21 novembre del 1919 da una famiglia di marinai in un tempo in cui quasi tutti i torresi legavano la loro esistenza e il loro sostentamento al mare e a tutte le attività ad esso collegate. Anche il giovane Vincenzo, infatti, seguì la tradizione di famiglia ed entrò nella marina mercantile. Purtroppo, però, quelli in cui crebbe furono tempi bui per gli uomini di mare, tempi di conflitti e battaglie dell’Italia fascista che inseguiva il sogno di un impero.
Il giovane, come molti altri, dovette partecipare alla guerra per annettere l’Etiopia e ad alcune operazioni navali in Spagna: in queste ultime, il piroscafo su cui era imbarcato, la Lombardia, fu requisito. Nel 1939 ebbe inizio la follia della Seconda Guerra Mondiale e Vincenzo, ventenne, venne arruolato il 15 dicembre dalla Regia Marina per assolvere alla leva obbligatoria ed immediatamente imbarcato sul cacciatorpediniere Francesco Nullo, di stanza sul Mar Rosso. Su quella nave, nelle acque di quel mare che il ragazzo trovò la morte. Il 21 ottobre del 1940 il Francesco Nullo fu accerchiato dalle soverchianti forze navali alleate vicino all’isola di Harmil. “Con calma serena rimaneva durante tutta l’azione al fianco del suo Comandante, di cui era attendente.” Così la Marina Militare ricorda, sul suo sito, le ultime, tragiche ore di Vincenzo Ciaravolo e il suo atto eroico quando la nave, ormai, stava affondando: “Ricevuto l’ordine di abbandonare la nave che affondava per i gravi danni riportati durante il combattimento, si gettava in mare: ma accortosi che il Comandante rimaneva al suo posto, spontaneamente risaliva a bordo in un generoso slancio di fedeltà e di altruismo, ben conscio del mortale pericolo al quale si esponeva. Nella sublime decisione di seguire la sorte del suo Comandante, affrontava con lui la morte gloriosa degli eroi.”
La scelta di morire per il proprio dovere nei confronti della patria gli valse la Medaglia d’oro al valor militare. A lui è tutt’ora dedicata una palazzina della Marina Militare di Taranto. Per quanto la guerra sia sempre da ripudiare, per quanto le scelte politiche del fascismo siano da condannare, ricordiamo Vincenzo Ciaravolo come un giovane di venti anni cresciuto in un momento storico difficile e che ha scelto di morire per la sua patria e per il suo dovere di marinaio.