Trentacinque scatoloni pieni di generi di prima necessità, vestiario e prodotti per neonati e bambini, portati nelle zone colpite dal terremoto che ha flagellato le regioni del Centro Italia dai volontari dell’associazione Irt-protezione civile.
È scattata in questi giorni la seconda fase dell’azione promossa dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciro Borriello, azione che ha visto coinvolti i cittadini di Torre del Greco, che hanno aperto il loro cuore e portato quanto nelle loro possibilità al centro allestito negli ex molini meridionali Marzoli. Qui i volontari – con il costante coordinamento assicurato anche dal vicesindaco Romina Stilo e dall’assessore alla Protezione civile Domenico Balzano – una volta chiuse le operazioni di raccolta, hanno catalogato quanto in loro possesso e avviato le procedure per la consegna, seguendo una capillare attività svolta dalla protezione civile regionale.
I volontari hanno dunque raggiunto le zone colpite dal sisma, con l’obiettivo di portare il messaggio di solidarietà della città di Torre del Greco alle popolazione flagellate dal terremoto: “I nostri concittadini – afferma il sindaco Ciro Borriello – hanno dimostrato una bontà eccezionale, sulla quale del resto non avevamo mai dubitato. Ogni giorno al centro di via Calastro si è registrata una massiccia presenza di persone che hanno portato il loro prezioso contributo“.
Nelle regioni del Centro Italia i volontari dell’Irt-protezione civile, coordinati sul posto da Giovanni Accardo, hanno portato generi alimentari (come pasta, latte, biscotti e succhi di frutta) ma anche pannolini, omogeneizzati, prodotti per l’igiene e ben otto scatoloni di abbigliamento, frutto del grande affetto dimostrato dalla città. Nelle aree maggiormente colpite dalle scosse, i volontari torresi si sono uniti alla grande catena umana formatasi in questi giorni: “Ci ha colpito la storia di Gino – sottolinea Accardo – un cittadino ucraino trasferitosi da queste parti e che aveva già partecipato, da volontario, alle operazioni di assistenza in Emilia. Ebbene, l’uomo ha perso la sua casa ad Amatrice e con la famiglia è ora costretto a vivere, come tanti altri cittadini di queste aree, in una tendopoli. Ciò nonostante, ogni giorno partecipa alle attività di supporto al coordinamento di protezione civile e anche grazie a lui sono state estratte dalle macerie diverse persone fortunatamente ancora in vita“.