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A Torre del Greco Patrizia Rinaldi, la miglior scrittrice per l’infanzia

Un fine settimana saturo di emozioni e all’insegna dell’intrattenimento d’altissimo livello quello appena vissuto dalla nostra città: mentre gli adulti hanno goduto della potentissima vocalità dell’ex Matia Bazar Silvia Mezzanotte, ospite nel pomeriggio di Sabato 25 della kermesse Marzo È Donna in qualità di ambasciatrice Unicef, i più piccoli hanno trascorso una mattinata altrettanto speciale in compagnia di un’altra grande eccellenza, la scrittrice e giornalista napoletana Patrizia Rinaldi, che ha incontrato ragazzi e bambini presso i coloratissimi locali della libreria Menabò di via Martiri D’Africa.

Baricentro dell’evento la presentazione dell’ultimo libro per ragazzi firmato dalla Rinaldi, “Il giardino di Lontan Town“. Interlocutrice attenta e brillante, la pluripremiata scrittrice, forte di un corposo passato da docente, ha intrattenuto i suoi giovani fan in un lungo e costruttivo dialogo che ha ben presto oltrepassato i confini della storia di Mea, protagonista del romanzo presentato, per tramutarsi in una profonda riflessione a più voci sul potere delle parole, sull’effetto catartico della scrittura, di quello spesso salvifico della lettura.

«Ho iniziato a scrivere prima dei dieci anni. A quell’epoca non esistevano le potenzialità di Internet, non c’erano i cellulari né la tecnologia. La tv non offriva la varietà che dà adesso, quella per ragazzi era circoscritta a un paio di programmi nel pomeriggio. Così leggevo. La lettura era il mio unico avatar, Salgari il primo nel quale mi sia davvero riconosciuta. Ero letteralmente soggiogata dal fascino del personaggio della tigre. Il mio libro ha per protagonista una ragazza che ha la capacità di vedere gli umani sottoforma di animali. Di captare al di là delle apparenze la loro vera essenza: chi tenero come un cane, chi viscido come un serpente. Da bambina avevo infatti stabilito , sotto l’influsso della tigre che era il mio personaggio preferito, che un’amica di famiglia somigliasse a una cernia, per come era e come si muoveva. Nessuno ricorda più il suo nome, per tutti da allora è sempre stata la signora Cernia. E ho usato quel ricordo per forgiare la mia immaginazione. La mia infanzia è stata carente, la lettura mi ha salvata riempiendo i vuoti. E oggi non ha certo smesso di essere d’aiuto: ci sono molti più mezzi, ma la carezza delle parole resta la più potente. La scuola e i genitori dovrebbero seriamente sforzarsi di migliorare il potere attenzionale dei ragazzi, che è troppo calante perché si interessino davvero alla lettura. I libri possono ancora dare ad un ragazzo che si sente solo la risposta che cerca. Fargli vivere molte più vite. Come me che volevo girare il mondo ma non potevo. Ho viaggiato leggendo. Mi sono adattata, ho immaginato i mari e le isole di quelle pagine. Ho fatto di un limite una risorsa. Lo consiglio a tutti i ragazzi che desiderano provarci: leggete. L’ispirazione è come l’appetito che vien mangiando.Leggete. A furia di leggere, vi verrà voglia di scrivere».

La sua è una scrittura potente, viva, empatica, con una predilezione particolare per le figure che più di tutte rappresentano l’essenza della vita ed il futuro: i giovani e le donne. Insignita del prestigioso premio Andersen 2016 come miglior scrittrice per l’infanzia, ha conquistato, con il suo romanzo “Ma già prima di giugno“, toccante parabola di memoria e sorellanza, il premio Alghero Donna per la Letteratura e il Giornalismo. La sua ultima fatica, “Il giardino di Lontan Town“, è un romanzo di avventura e formazione, un’altra delle sue finestre spalancate sul controverso mondo dei ragazzi. La giovane protagonista Mea si vede costretta a lasciare casa e abitudini, catapultata in una babele di novità che minacciano le sue poche, già pericolanti certezze. Ma non perde acume e coraggio e, con un pò di fortuna, prende per mano sé stessa attraverso un lungo percorso di crescita. I giovani lettori la vedranno sperimentare, meravigliarsi, perdonarsi e perdonare, innamorarsi. E diventare finalmente sé stessa, guidata dalla voglia di trovare il suo posto nel mondo, con un entusiasmo ben più grande della paura di non riuscirci. Questo è in fondo quello che la sua creatrice ha augurato sorridendo, tra un selfie e una dedica in copertina, a tutti i bambini presenti: « “Alla Passione” è la sola dedica, il solo brindisi che mi sento di fare. Auguro a ognuno di voi di riconoscere la sua Passione».