La storia è quella classica del sistema all’italiana dove la narrazione prevede il marciume della politica che favorisce amici e parenti a danno di cittadini meritevoli. Un vizio che nei decenni ha reso l’italia una repubblica (poco) democratica fondata sugli interessi trasversali che attraversano le stanze del potere. In tale contesto si colloca la lettera recapitata da un gruppo di cittadini torresi su ben 6 scrivanie (Prefetto di Napoli, Commissario Prefettizio di Torre del Greco, Responsabile Anticorruzione di Torre del Greco, Carabinieri, Guardia della Finanza e Polizia di Torre del Greco) per denunciare delle presunte anomalie nella selezione di 13 nuovi vigili urbani che si sta svolgendo a Torre del Greco. Sospetti che quella storiaccia tutta italiana si stia facendo strada anche in città in seguito al superamento della prima prova, quella scritta, da parte di ben 87 candidati su 405, capaci di rispondere esattamente a 30 domande su altrettante proposte. Un dato tanto record quanto anomalo per un concorso. E così aleggia il sospetto come nelle migliori storie di clientela politica.
Nell’esposto si chiede di verificare la correttezza dello svolgimento della prova e ove necessario adottare tutti i provvedimenti affinchè siano garantiti i diritti di tutti i partecipanti. I destinatari potranno leggere nel documento anche i nomi, i cognomi e le relazioni che intercorrono tra alcuni di quesi cervelloni e gli esponenti della politica torrese. In particolare molti finiti nel mirino sarebbero vicini all’ex sindaco Ciro Borriello, all’ex assessore Capone ed a funzionari del comune. Il pasticcio si concluderebbe anche con il coinvolgimento di due persone legate alla ditta che sta gestendo la selezione.
Un dossier costruito sui legami familiari e di amicizia che rischia di scatenare un nuovo scandalo dopo quello che ha portato in estate all’arresto di Ciro Borriello, attualmente ai domiciliari con accuse pesantissime a suo carico. Anche in questo caso in ballo c’è il nome della città che rischia di sporcarsi nuovamente. Occorre dunque un’opera di investigazione per appurare che i fili del concorso non siano mossi da una regia occulta a tutto danno dei degni cittadini.