Da Torre del Greco a Leopoli per salvare gli ucraini in fuga dalla guerra. E’ la storia di Paola (nome di fantasia per tutelare la privacy) arrivata in autobus durante un bombardamento sull’aeroporto. Ad aspettare il suo bus erano 48 persone, donne e bambini.
Il viaggio è stato raccontato dalla stessa ragazza sul suo profilo Facebook e sulla pagina dell’associazione “Gli occhi di Claudio”. “Pronti a portare aiuti sanitari ed alimentari al popolo ucraino ed a portare a Torre del Greco quante più persone possibile. – aveva scritto alla vigilia della partenza per l’Ucraina – Tante le adesioni per ospitare mamme e nonne con bambini o ragazzi. Si parte con un pullman da 54 posti stracarico di alimenti, medicinali, medicamenti e kit di primo soccorso. È stato riempito tutto il vano portabagagli e tutto l’interno del pullman: posti a sedere, cappelliere e finanche il corridoio. Al rientro in Italia, speriamo di riempirlo di nonne, mamme bimbi e ragazzi, in fuga dal loro paese in guerra, per i quali sono già previste le famiglie che li ospiteranno.
Non sarà una missione facile, tante le ore per il viaggio di andata, l’attesa alla frontiera Polacca ed il rientro in Italia, basti pensare che ci saranno ben tre autisti a darsi il cambio.
Sono attività, queste, che non si possono fare senza l’aiuto di tutti e della Provvidenza divina.
Pertanto, ringraziamo da subito chi ha collaborato donando tutto quello che trasporteremo, chi ha fisicamente aiutato in sede ad impacchettare, chi ha contribuito con bonifici ed altro ancora.
Ancora una volta il grande cuore dei nostri sostenitori ha risposto con calore ed immediatezza”.
“Abbiamo dovuto fare diversi cambiamenti di itinerario per passare i confini e anche quand’eravamo a poche decine di chilometri da Leopoli, dopo aver appreso del bombardamento sull’aeroporto, siamo stati costretti a cambiare la località dell’appuntamento“, ha raccontato.
A Torre del Greco c’erano tante persone in attesa del ritorno del mezzo con le persone a bordo. Famiglie che hanno dato la loro disponibilità ad accogliere in casa i profughi ucraini.
“Non senza difficoltà, – racconta Paola – siamo riusciti a trarre in salvo 48 persone. Di cui 27 bambini. Abbiamo avuto qualche problema con i permessi per una signora con due minori, ma ormai tutto è risolto. Per concludere l’operazione ci abbiamo impiegato ben 7 ore, e in questo momento siamo in attesa per passare la frontiera polacca e poter iniziare il nostro viaggio di ritorno.
Tutte sono bellissime e gentili, portano in volto la sofferenza che provano e stiamo provando ad allietare il loro tempo. Il medico che è riuscito in questa impresa, quando ha visto il nostro carico si è commosso, degno di un trasporto industriale (ha detto).
Ora siamo tutti salvi!
Pace e amore a tutti e speriamo che questa orribile guerra finisca presto. Racconteremo le storie che stiamo ascoltando, ma in un altro momento. Per ora vi diciamo un enorme GRAZIE!“.