Quante volte passando per piazza Santa Croce, in Torre del Greco, avete controllato l’ora sul grande orologio che sovrasta il campanile? Avete mai notato l’incisione nera su bianco del quadrante?
Scritto fra le le lancette c’è il nome del Comm. Michele Garofalo e una data “1968”. Per capire l’importanza storica dell’orologio dobbiamo parlare necessariamente della persona alla quale fu dedicato.
Michele Garofalo, conosciuto fra i torresi come Don Michele, nel lontano 1924 aprì la prima gioielleria della città.
L’onestà, l’ingegno e l’impegno profusi nella sua attività commerciale gli fruttarono nel 1949 il titolo di Commendatore di Santa Brigida di Svezia, ma non fu l’unico merito che gli conferì la cittadinanza.
Per tre volte di fila, infatti, il suo negozio vinse il primo premio come miglior vetrina per la festa dell’Immacolata. Tutti questi trionfi don Michele ottenne anche grazie alla coesione e alla collaborazione dei figli Aniello e Vincenzo che, alla morte del padre continuarono a gestire con successo la gioielleria.
Cinque anni dopo la morte del Commendatore Garofalo l’orologio del campanile di Santa Croce, risalente ai primi dell’ottocento, si fermò irrimediabilmente. La Basilica, però, non disponeva del denaro sufficiente per sostituirlo.
Fu allora che si fecero avanti i fratelli Garofalo offrendo il loro pieno appoggio finanziario e tecnico per la creazione del nuovo orologio.
L’opera terminò nel 1968 e furono usati i congegni più all’avanguardia del tempo: come fieramente ricorda lo stesso Vincenzo Garofalo. Così l’allora parroco, Monsignore Stefano Perna, consentì ai fratelli di commemorare per sempre, grazie a quell’orologio, l’amato padre.
Nel 2008, per i quarant’anni del congegno, furono distribuite all’edicola di piazza Santa Croce e alla sacrestia della Basilica cinquemila cartoline dell’orologio da distribuire gratuitamente alla cittadinanza: ancora oggi nella sacrestia di Santa Croce è possibile trovarle.
Così, dopo quarantasei anni, il semplice orologio del campanile continua a scandire il tempo a Torre del Greco e, in silenzio prova a raccontarci la storia di Don Michele e del suo amore per l’intera città.