Come ogni anno il parroco della Basilica di Santa Croce, Don Giosuè Lombardo, ci ha regalato un saluto speciale nel cantiere del carro votivo dell’Immacolata in costruzione.
Don Giosuè è da sempre disponibile e vicino al progetto che grazie alla tecnologia riesce a portare la festa più sentita di Torre del Greco ai tanti torresi nel mondo, proprio per la consapevolezza che la città del corallo è terra di emigranti di vecchie e nuove generazioni. Per questo è importante offrire in questi momenti di nostalgia la vicinanza di un popolo intero e soprattutto della sua guida spirituale: “So che riesco a raggiungervi anche in altre nazioni, in altri continenti” ha voluto infatti aprire così il suo discorso, proprio nel giorno in cui la città ed in particolare la parrocchia celebrano San Vincenzo Romano, parroco di Santa Croce durante la ricostruzione della chiesa dopo la devastante eruzione del Vesuvio del 1794. Ed anche in questo caso, Don Giosuè non manca di invitare i torresi lontani: “Fate il vostro pellegrinaggio spirituale da lui”.
A seguire una breve ma completa didascalia, quasi un catechismo sul carro che celebra i 160 anni dal voto dei torresi e che finalmente quest’anno vedrà la luce dopo essere rimasto soltanto un bozzetto negli ultimi due anni a causa delle limitazioni imposte dal Covid.
Il titolo dell’opera disegnata da Raffaele Di Maio e materialmente realizzata da Riccardo Lamberti è intitolata Ave Maria: “E’ la preghiera che impariamo da bambini, è il saluto dei momenti di difficoltà e dei momenti della gioia” ha spiegato Don Giosuè. Ed il carro raffigura proprio un chiostro, a rappresentare l’animo chiuso nell’intimità della preghiera che ci avvicina a Dio.
Sempre più presente anche la figura di San Vincenzo Romano, in ginocchio davanti alla Madonna e presente sulle tele ai lati del carro trionfale, nelle scene di vita quotidiana del “prevete faticatore”, in mezzo ai pescatori e ai lavoratori. Una testimonianza, anche questa, del fatto che la figura del parroco santo sta acquisendo di anno in anno sempre più rilevanza nella cultura religiosa e non solo della città del corallo.
Un invito ad aprire il cuore alla gioia che sta arrivando, dunque, ma non senza dimenticare il periodo molto difficile che molti stanno attraversando a causa della guerra e delle recenti calamità naturali, una “nube su questo nostro momento di festa” ha spiegato Don Giosuè, ma che a maggior ragione merita di essere destinataria delle più sentite preghiere.