Una lavatrice e altri due ingombranti lasciati per strada, a marcire per le vie del centro storico e commerciale di Torre del Greco. Una foto postata su Facebook dal sindaco Giovanni Palomba che commenta l’accaduto dal profilo personale.
«Ora. In pieno centro storico. Impeccabile l’educazione di chi ha pensato ciò in onore della Festa dell’Immacolata. Un solo responsabile: il sindaco». Chiarissima l’ironia del primo cittadino ritenuto da molti torresi politicamente responsabile degli sversamenti indiscriminati, incapace di porvi rimedio in aggiunta ad una insoddisfacente raccolta rifiuti che da tempo rappresenta una delle criticità più assillanti per i cittadini. Lamentele per una città che si presenta ancora sporca in diverse aree, dal centro città alle periferie. Quest’ ultima cartolina in qualche modo negata dal sindaco Palomba che di recente, sempre dal suo profilo Facebook, pur evidenziando situazioni critiche, rigettava l’immagine di una città sporca parlando di speculazione politica a mezzo social capace di condizionare le impressioni dei cittadini, mostrando una falsa realtà.
Il sindaco di Torre del Greco, Giovanni Palomba, nella lista dei 14 indagati dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Un avviso di conclusione delle indagini in relazione ad un appalto per la raccolta dei rifiuti nella città del corallo: l’ipotesi di reato, riferisce il Corriere del Mezzogiorno, sarebbe quello di turbativa d’asta. Oltre al sindaco Giovanni Palomba risultano tra gli indagati anche cinque tra dirigenti ed ex dirigenti del Comune di Torre del Greco. I reati ipotizzati sono diversi, tra cui abuso d’ufficio e falso. Gli indagati sono sotto la lente d’ingrandimento per il conferimento dell’incarico di raccolta di rifiuti, avvenuto nel 2019, in favore di un consorzio che all’epoca era bersaglio di polemiche per disservizi sul recupero dei rifiuti differenziati negli eco punti disseminati per la città. È utile precisare che lo stato di indagato non coincide con quello di imputato. I soggetti interessati potranno presentare le proprie memorie difensive e chiedere l’archiviazione anche prima dell’inizio di un processo. Tutti sono da intendersi innocenti fino a sentenza definitiva.