L’associazione enogastronomica “Torre del Gusto” nasce dal sogno di tre giovani di Torre del Greco con grandi progetti e tanto talento. Tutto parte, infatti, dalla collaborazione professionale tra Fabio Liberato, Salvatore Gaudino, chef entrambi, e Claudio Ciliberto, imprenditore. “Dalla stima professionale nacque un forte legame fra di noi – racconta Liberato – al punto che abbiamo maturato insieme l’idea di voler fondare quest’associazione per riportare in auge i valori e le tradizioni gastronomiche nostrane, da qui nasce Torre del Gusto.”
E’, infatti, proprio sull’immensa cultura enogastronomica napoletana che ruota l’intero progetto dell’associazione, una cultura che, purtroppo, si sta perdendo sempre più sotto le leggi ferree del mercato. Lo chef ha espresso una profonda avversione contro le nuove mode culinarie che si diffondono a macchia d’olio sul nostro territorio:”Quando aprì il primo rivenditore di patatine Olandesi a Torre del Greco, scrissi di getto un nota su come, per me, fosse inconcepibile vedere un tale interesse su di un articolo ben inferiore a produzioni tipicamente ‘napoletane’. Così ho preso la decisione di difendere i prodotti della nostra terra diffondendo ed enfatizzando gli antichi sapori nostrani”
Un’impresa ardua che i ragazzi di Torre del Gusto cercheranno di portare a termite, oltre che con i singoli eventi associativi con degustazioni e presentazioni di piatti, anche con workshop e corsi di cucina tradizionale rivisitata in chiave moderna “con quel tocco di creatività che può contraddistinguere una scelta personale anzi che un canone prestabilito”.
Primo impegno ufficiale dell’associazione sarà la partecipazione alla “Piazzetta dei Sapori“. L’evento, organizzato dalla ASCOM di Torre del Greco, si terrà presso Largo Santissimo sabato 27 e domenica 28 Settembre dalle 18 e 30. Abbiamo chiesto quindi allo chef Liberato qualche gustosa anticipazione su cosa prepareranno. Il tema di tutto l’evento è quello di rappresentare un mercato dell’ottocento con tanto di canti, balli, schiamazzi e profumi di prodotti freschi, quindi le pietanze servite faranno tutte parte della più verace e profonda tradizione. “Il brodo di polpo con la fresella. un cibo da strada, – spiega – che a Napoli veniva venduto in tazza fumante, con annesso una bel tentacolo e un pezzo di pane raffermo. Sempre a base di fresella sarà la caponata ‘nostrana’, che si distingue da quella siciliana e cotta, e, infine il panino ‘sasicc’ e friariell’, binomio che non ha bisogno di presentazioni e, più che tipico, unico”.
Insomma, con l’acquolina in bocca, speriamo che iniziative come questa riescano a riportare alla ribalta i prodotti della nostra ricchissima terra e a riscoprire sapori, odori e tradizioni culinarie che, oggi, solo qualche nonna ricorda.