Alle prossime elezioni amministrative a Torre del Greco sulla scheda elettorale non sarà presente il simbolo di Fratelli d’Italia, attuale primo partito nazionale e casa politica della premier Giorgia Meloni.
L’ufficialità arriva nella mattinata di un sabato piovoso a Torre del Greco. Un sabato diverso dagli altri, poiché allo scoccare delle ore 12 si sono chiusi i termini per la presentazione delle liste elettorali. Nella città chiamata alle urne il 14 e 15 maggio sono stati due giorni di frenetici adempimenti burocratici per le 27 liste che si sfideranno per far sentire la propria voce nei prossimi cinque anni in consiglio comunale. Dunque alle prossime elezioni comunali a Torre del Greco, spariscono le speranze dei simpatizzanti torresi di poter mettere la croce sul simbolo che richiama il nostro inno nazionale e l’icona della storica fiamma tricolore: Fratelli d’Italia non scende in campo.
La notizia era nell’aria da settimane, come già anticipato da alcuni tesserati “malpancisti” sia sui social che con dei manifestini apposti fuori la sede di Via Circumvallazione. Tutto comincia con il veto, giunto dai palazzi romani, sul nome di Ciro Borriello. L’ex sindaco è tutt’ora sotto processo per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sull’appalto del servizio rifiuti nella città corallina, che dopo una serie di multe e contestazioni fu revocato alla Ego Eco per essere assegnato – secondo il quadro accusatorio – alla Fratelli Balsamo.
Per quanto in Italia ci sia la presunzione d’innocenza fino al terzo grado di giudizio, la direzione nazionale FdI ha voluto così escludere del tutto la possibilità di finire alla ribalta delle cronache per aver sostenuto una figura incriminata di corruzione. Tale eventualità, inoltre, riporterebbe probabilmente Torre del Greco a non essere governata da un sindaco ma da un commissario prefettizio.
Un’eventualità che non ha spaventato Forza Italia, dove il pregiudizio d’innocenza è un mantra, e le altre liste a sostegno di Borriello. E che non ha fermato alcuni nomi eccellenti del gruppo Fratelli d’Italia di Torre del Greco i quali si sono ugualmente candidati con il già due volte sindaco Borriello. In primis, Salvatore Quirino, già Assessore alla Nettezza Urbana proprio con Ciro Borriello, che in un’intervista riportata dal Mattino ha dichiarato “d’intesa con i vertici provinciali e regionali, per non disperdere il nostro patrimonio elettorale, è stata scelta questa soluzione“. Un patrimonio fatto di elettori in carne ed ossa che, in un modo o nell’altro, finisce nuovamente per avvantaggiare Borriello.
Ma tale intesa non trova riscontro nelle parole del referente cittadino Luca Alini, che dettaglia: “I rapporti con il partito, a livello nazionale, andranno chiariti nei tempi giusti ed ai tavoli giusti. E’ come in un matrimonio: quando non funziona, la colpa non è mai da una sola parte“. Alini, che pure scenderà nell’agone elettorale con una lista civica in rappresentanza della periferia sud torrese (sempre nella coalizione che sostiene Borriello), era stato in un primo momento individuato come probabile candidato sindaco del partito. “Ma è stato fisicamente impossibile completare gli espletamenti, raccogliere le firme. Dopo il veto arrivato a marzo ci aspettavamo un sostegno diverso da parte degli organi nazionali” dichiara Alini, “per correre da soli ci vuole un candidato sindaco forte, magari anche calato dall’alto che potesse raccogliere attorno a sé una squadra. E poi ci vogliono parecchi fondi per la campagna elettorale“.
Il tempo sembra essere il problema chiave che porterà Fratelli d’Italia a vivere da spettatore la tornata elettorale nella città campana più popolosa tra quelle chiamate alle urne. Secondo Alini, i vertici sapevano da tempo del sostegno alla figura di Borriello, ed erano consapevoli delle vicende giudiziarie in corso, come testimonia la presenza del chirurgo e di diversi onorevoli all’inaugurazione proprio della sede cittadina di FdI, ancora visibili sui social nella pagina Facebook del gruppo locale.
Una pagina che, a scorrerla oggi, trasmette tutto l’imbarazzo della situazione, con i post di marzo nei quali, sopra la foto di Giorgia Meloni, appare entusiasta la frase “Torre del Greco c’è”. Ed invece, Torre del Greco non ci sarà.
Alini appare realista: “Rispetto ad altri partiti noi siamo un gruppo giovane. Una piantina piccola e ci hanno calpestato. In questa situazione, non potevamo aspirare alla carica di sindaco. E così, chi aspirava a diventare consigliere si sarebbe ritrovato fuori dai giochi, oltre alla brutta figura che avrebbe fatto il partito anche in termini di percentuali di voto. Io personalmente ce l’ho messa tutta, ma non ce l’ho fatta a portare il simbolo alle urne”.