Cominciati gli interrogatori di garanzia per i cinque poliziotti arrestati a Verona con le accuse di violenze e torture: quattro di loro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, tra questi Alessandro Migliore, il giovane originario di Torre del Greco, definito negli atti dell’accusa come il più efferato del gruppo.
Roberto Da Rold, uno dei cinque agenti accusati, è stato l’unico ad aver risposto alle domande del Gip Livia Magri in merito alle presunte violenze avvenute nella Questura di Verona. Lo spiega il suo avvocato Massimo Dal Ben all’ANSA dicendo che Da Rold ha fatto “parziali ammissioni, ha contestualizzato le situazioni per le quali è indagato, ridimensionando le accuse di tortura”.
L’avvocato ha anche chiesto la revoca delle misure restrittive per l’agente, aggiungendo che: “Da Rold ha alle spalle 23 anni di servizio alla squadra Volanti, solo con encomi, mai una contestazione”. Gli altri agenti hanno preferito non rispondere alle domande del giudice. Ancora nessuna dichiarazione trapela dai legali del ventiquattrenne torrese Alessandro Migliore, il principale indagato: stando alle accuse sarebbe stato proprio lui ad innescare l’indagine con trattamenti di favore nei confronti di persone amiche durante una perquisizione e vantandosi al telefono con la fidanzata delle violenze perpetrate e del consumo di parte della droga sequestrata durante le attività di polizia.
Per Federico Tomaselli, un altro degli arrestati, è stata preannunciata una memoria difensiva con l’analisi dei filmati di una bodycam che l’agente aveva con sé e che, secondo i difensori, conterebbe “elementi oggettivi a discarico dell’indagato”. Oltre ai 5 poliziotti saranno ascoltati a breve altri 17 agenti indagati a vario titolo già sottoposti a provvedimenti disciplinari.
Intanto sono state diffuse dagli organi di stampa le immagini registrate dalle telecamere nascoste fatte installare dalla Procura in seguito ai sospetti sulla condotta di Migliore. Dai fotogrammi si vedrebbero gli agenti usare violenza verso le persone sottoposte a fermi: non soltanto fisica ma anche psicologica con un cittadino romeno, Nicolae Daju, che viene costretto ad urinare nella stanza e poi fatto cadere a terra facendolo rotolare nella sua pipì.
Non sarebbe la prima indagine a gettare cattiva luce sulla Questura scaligera: è infatti emerso che già nel febbraio 2022 tre uomini di origine maghrebina hanno denunciato per lesioni due agenti, sempre del nucleo volanti, intervenuti per fermarli. Gli agenti erano stati allontanati un anno fa e non rientrano tra i 22 della nuova indagine. Ma il sindacato di polizia Siulp si difende: “I casi oggetto di indagine sono pochi – dicono in un’intervista alla Rai – perché la stragrande maggioranza degli agenti lavora seguendo le regole”.