Fausto Lunella, il presidente della cooperativa Mare Nostrum, che raggruppa gli stabilimenti balneari di Torre del Greco, chiarisce i dubbi sull’accesso alle spiagge, anche a quelle in concessione ai lidi, stabilendo definitivamente che la discesa al mare è libera per tutti.
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La “discesa” è un retaggio della memoria degli avventori dei lidi di via Litoranea. Una definizione che ormai da qualche decennio non compare più sui listini degli stabilimenti balneari, sostituita dalla voce “servizi” ed il presidente di Mare Nostrum, Fausto Lunella, spiega il perché: “Il regolamento della Capitaneria di Porto parla chiaro: l’accesso al mare è un diritto di tutti“. Ma Lunella fa dei distinguo.
“E’ vero, la chiamavamo discesa. La vecchia discesa, la classica discesa. Ma non è più così“. Una definizione che ha cambiato etichetta nel tempo ma che a molti fa storcere il naso. Molti lidi, in altre parti d’Italia, la includono nei costi (obbligatori) del nolo di ombrelloni e sdraio, spalmando così i costi di gestione con modalità differenti. Il senso comune però è sempre lo stesso: gli stabilimenti balneari sono imprese private che gestiscono, in concessione, un bene pubblico. Come tali, sfruttano il bene per recuperare l’investimento e fare guadagno. Il cliente “sovrano” sceglie ciò che meglio corrisponde alle proprie tasche ed esigenze, ma il confronto tra la realtà torrese e quella di altre regioni porta sempre più bagnanti a deprecare le nostre coste e a non farne mistero, soprattutto nell’era social.
“Se vieni qui in costume e vuoi tuffarti al mare non sei tenuto a pagare nulla. Il mare è di tutti. Ma se risali e vuoi farti una doccia, che è a disposizione gratuita dei nostri clienti, perché non dovresti pagare il costo del servizio? La doccia ce l’abbiamo messa noi, l’acqua ce la facciamo arrivare noi, sono investimenti che abbiamo fatto“. E’ il primo esempio che porta Lunella per far capire cosa è compreso nella voce “servizi” che i bagnanti dei lidi privati pagano, in sostanza, quando accedono agli stabilimenti. Ed ancora: “Se, malauguratamente, scendendo sulla nostra piattaforma ti fai male, hai l’assistenza dei nostri collaboratori“.
Ma la necessità di chiarimento nasce dalle tante voci che considerano quella dei servizi una ingiusta gabella imposta ai bagnanti per usufruire di un bene pubblico. Lunella precisa: “Abbiamo ricevuto una concessione che impone regole. Una di queste è il divieto di sosta nelle aree in concessione“. Il bagnante che scende gratis, quindi, non può mettersi con la propria asciugamano sulla spiaggia. “In altre regioni questo probabilmente avviene perché le spiagge sono più ampie, oltre l’area in concessione ci sono altri spazi” è la spiegazione del presidente.
Una concessione che esclude, però, la battigia, in un’area compresa tra i 4 e i 5 metri dalle acque: “Quella è un’area che va lasciata libera. Ma libera da tutti, per il transito. Non può essere occupata da asciugamani o ombrelloni diversi da quelli del lido. Può stazionarvi il pattino di salvataggio e l’ombrellone di postazione del bagnino“.