Continuano le reazioni alla tragedia del palazzo crollato in corso Umberto I a Torre del Greco la mattina di domenica 16 luglio: parole dure arrivano dai rappresentanti cittadini di Potere al Popolo ed Alternativa Civica Popolare.
In una lettera aperta all’amministrazione guidata da Luigi Mennella, i gruppi della sinistra cittadina hanno inteso portare all’attenzione pubblica una riflessione ad ampio raggio sulla situazione abitativa ed economica nella città del corallo. Da questa emergono diversi elementi che dimostrano, secondo gli autori della lettera, come il crollo che ha scosso il quartiere san Gaetano domenica mattina sia solo la punta dell’iceberg di tante altre problematiche.
“Ciò che è successo non solo non è normale, ma probabilmente non è nemmeno una fatalità” – si legge nella missiva – “Infatti, stando a quanto affermato dai Vigili del fuoco, intervenuti per prestare i soccorsi, non si tratta, come inizialmente si era detto, di una perdita di gas, poiché non si è udita alcuna esplosione, ma probabilmente la causa del crollo è una perdita d’acqua annosa, mai riparata”.
Una circostanza confermata anche da tante dichiarazioni raccolte sul posto, sulla quale la magistratura ha aperto un’inchiesta che al momento vede 27 persone indagate. “La segnalazione della perdita risale addirittura al 2013, quando l’ allora sindaco Malinconico ordinò la messa in sicurezza, mai eseguita”. Ma alla base del problema, secondo Potere al Popolo ed Alternativa Civica Popolare, ci sarebbe il forte divario economico tra le classi sociali torresi, che si ripercuote sulle condizioni abitative creando, di fatto, cittadini di serie A e di serie B.
“La problematica delle abitazioni nel centro storico di Torre del Greco è pesantissima. Un generale stato di fatiscenza per immobili non manutenuti dai proprietari, tuguri fittati a prezzi esorbitanti da padroncini ma anche da padroni che hanno patrimoni edilizi multimilionari – è quanto si legge nella lettera aperta – La situazione economica di Torre del Greco vede una ricchezza estremamente polarizzata in poche mani. Una polarizzazione che si tocca con mano guardando l’edilizia cittadina. Professionisti e proprietari residenti in zone residenziali alle falde del Vesuvio, a livello dei migliori quartieri di Napoli, ed in zona mare una distesa di case scrostate, diroccate e pericolanti abitate da inquilini – nessun residente del palazzo crollato era proprietario – a basso reddito. In mezzo pochissimi quartieri da classe media, costituiti principalmente da appartamenti anch’essi fittati a cifre che sfiorano i 1000 Euro al mese per 120 metri quadri”.
Ma una dura critica arriva anche sul tema ospedale: come noi di VesuvioLive avevamo già sottolineato in un precedente articolo il vicino ospedale Maresca non è stato neanche preso in considerazione per il trasporto dei feriti che sono stati dislocati tra l’Ospedale del Mare a Ponticelli e il San Leonardo di Castellammare di Stabia. Questo a causa delle carenze strutturali e di personale ormai note da anni.
Una situazione sottolineata anche nella lettera: “Il depotenziamento costante ha fatto sì che il locale pronto soccorso non fosse attrezzato per soccorrere i contusi, obbligandoli a spostarsi in una situazione in cui ogni minuto perso sarebbe potuto essere fatale. Un altro aspetto che ci fa affermare che il fatto che non si siano perse vite umane sia stato soltanto un caso, per altro incredibilmente fortunato”.
Ed una richiesta esplicita all’amministrazione: “Censire le ordinanze delle amministrazioni passate per quanto concerne le strutture di proprietà privata e per le strutture pubbliche gestite dal comune, principalmente le scuole. Infatti viene da chiedersi: quando non c’è stata ottemperanza, perché il sindaco Malinconico e le amministrazioni successive non sono intervenute? Ci sono altre ordinanze non ottemperate? È il momento di mettere mano a questo problema e di obbligare i proprietari a mettere in sicurezza gli stabili e di smettere di affidarsi alla fortuna, ai santi, alla Madonna“.