La XVI edizione del premio letterario leopardiano “La Ginestra” è andato a Michelangelo Pistoletto, novantenne artista biellese tra i più amati esponenti della scena culturale internazionale: il maestro è autore, tra le tante altre, della “Venere degli stracci“, l’installazione incendiata in piazza Municipio a Napoli il 12 luglio scorso.
La premiazione si è tenuta ieri, 13 settembre, nella simbolica cornice di Villa delle Ginestre a Torre del Greco. La serata è stata condotta dalla giornalista Donatella Trotta, da sempre eccellente ‘voce’ della cerimonia di consegna del Premio. Presenti sul palco anche i componenti dell’autorevole comitato scientifico del Premio stesso: Matteo Lorito, Arturo de Vivo, Matteo Palumbo, Fabiana Cacciapuoti, Paola Villani e Andrea Mazzucchi.
Presenti inoltre gli organizzatori dell’evento: Gennaro Miranda, Presidente dell’Ente Fondazione Ville Vesuviane, Ugo Oliviero, Governatore del Rotary – distretto 2101 e Luigi Torrese, Presidente del Rotary Club di Torre del Greco e comuni vesuviani. Il Premio, quest’hanno, ha ricevuto il prezioso patrocinio del Ministero della Cultura.
Dopo due edizioni tenutesi nella prestigiosa sede della Villa Campolieto di Ercolano, il Premio è ritornato alla sua sede naturale, Villa delle Ginestre, e alla sua ‘data privilegiata’, nella seconda settimana di settembre: “La bellezza del luogo, sospeso tra il Vesuvio ed il Golfo di Napoli, conferisce alla serata di consegna del Premio La Ginestra un contenuto emozionale non descrivibile a parole ma ben percepito, di edizione in edizione, dal pubblico presente, a testimonianza della perenne attualità del poeta recanatese” spiegano gli organizzatori del premio. Una serata resa possibile anche grazie a sponsor di prestigio da sempre attenti al territorio come la Banca di Credito Popolare, Ascione 1855 e RDR società benefit.
L’evento è stato impreziosito da letture d’autore, proposte dall’attore e regista Massimiliano Foà e da interventi musicali a cura del Trio Paraidaeza, il cui nome – in persiano – significa “paradiso”, esplicito omaggio al Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto: il Trio Paraidaeza è costituito da Carlo Contocalakis, polistrumentista e cantautore, M. Cristina D’Alessandro (mezzosoprano) e Giulia Lepore (soprano). Il contributo del trio ha intrecciato, con le letture di Foà, brani che dal classico arrivano al contemporaneo, fino ad un brano inedito composto in occasione del conferimento del premio leopardiano all’artista biellese.
Tra le motivazioni espresse dal comitato scientifico in merito alla scelta di Pistoletto, si legge: “Alla maniera di Leopardi, Pistoletto potrebbe ripetere che, “come la massima parte delle cose e verità che crediamo assolute, il bello è relativo” e “non ne abbiamo (come del buono) un’idea assoluta, ma ce la formiamo con l’assuefazione, il confronto, l’esperienza, con lo sviluppo dei nostri organi sensoriali più o meno delicati”. Parole e categorie care a Leopardi, come infinito e bello, trovano nelle opere di Pistoletto una reinvenzione originale e feconda. Il premio “La Ginestra”, assegnato a Michelangelo Pistoletto, intende riconoscere il significato di una straordinaria avventura estetica, che prova a rifondare vita e comunità in mezzo alle lacerazioni della nostra storia”.
La scelta di Pistoletto risale a mesi prima dell’episodio di piazza Municipio, e non è stata pertanto inficiata dall’attenzione mainstream ricevuta dal maestro negli ultimi mesi: ma l’autore ha dato una lettura particolare dell’evento, che potrebbe facilmente amalgamarsi con le motivazioni del premio: “Gli stracci hanno subito autocombustione, perché è l’umanità che ha liberato i suoi mostri. La Venere é essa stessa rigenerazione”.
Un intreccio con il concetto di “infinito” e di eternità compresa nell’istante di cui Pistoletto ha lungamente dissertato durante la serata, in quanto motivo ridondante della sua produzione artistica: “Ogni istante é infinito: perché tutto nasce e muore in un istante e questo si ripete continuamente”.
Al termine della premiazione, il maestro Pistoletto si è trattenuto ai nostri microfoni offrendo ancora nuovi spunti di riflessioni circa la distruzione della sua opera e sul contrasto tra le forze universali: “Quando l’opera è ferma nessuno se ne occupa, nella sua distruzione ha fatto rumore“, sono le parole dell’artista.
Alla domanda su quale fosse stata la reazione del “padre” dell’opera nel vedere la sua creazione in fiamme ha risposto: “Sono molto freddo, cerco di capire perché le cose accadono. Quando hanno bruciato la Venere a piazza Municipio ero a Biella: allo stesso modo, ho vissuto a distanza quando hanno bruciato i grattacieli di New York (l’attentato dell’11 settembre 2021, ndr): non ho pianto, non mi sono disperato, sono cose che purtroppo accadono e cerco di capire perché accadono” – ha spiegato Pistoletto – “C’è una differenza colossale tra l’incendio di due grattacieli e l’incendio della Venere, ma in fondo non sono fatti così diversi: c’è qualcosa nell’umanità che provoca la violenza e c’è altrettanta forza nell’umanità che provoca l’equilibrio e l’armonia. Io lavoro perché vinca la seconda”.