Durante l’undicesima puntata di Turris Live (il programma di Vesuvio Live dedicato al mondo corallino presentato da Michele Massa e Stefano Esposito che va in onda ogni lunedì alle ore 20:30 sui nostri canali social), tra gli ospiti che ci hanno raggiunto ieri in trasmissione c’era anche lo storico attaccante Rosario Majella. Il bomber campano è stato il grande protagonista della scalata dall’Eccellenza alla Serie D, conquistando Torre del Greco a suon di gol, formando con Orazio Grezio una delle coppie più prolifiche ed amate nella storia moderna dei corallini.
L’ex attaccante ha aperto parlando della Turris di Bruno Caneo e del momento che sta vivendo: “Il problema è l’equilibrio. Non è colpa dei pochi gol in attacco o della difesa. Credo che il modo di giocare deve essere sempre lo stesso. Poi a seconda dell’obiettivo finale si combatte nel campo, dove nessuno vuole perdere o lasciare punti per strada. Parliamo pur sempre di un campionato con piazze importanti, ma la Turris ha dimostrato di poter vincere contro squadre importanti come il Benevento o Crotone. Io sinceramente preferisco andare sui campi a giocarmela, al posto di chiudermi e poi perdere 1-0 e non dare modo di poterla vincere”.
“Si comincia il campionato e si sorprende. Poi le squadre come tutte hanno persone che studiano i punti forti e deboli delle altre e lì ti trovi a scontrarti con avversari che vogliono colpirti nel tuo punto debole. Io ho seguito la Turris da vicino quest’anno. Ha alcuni giocatori che in D lo scorso anno hanno fatto molto bene. Nel calcio di oggi si dice che il primo difensore è l’attaccante, e io invece ho visto alcune partite della Turris che fa un gran bel calcio e che mi ha sorpreso”.
Bruno Caneo sicuramente non sta vivendo un bel momento, ma il tecnico ha sempre voluto metterci la faccia e Rosario Majella lo loda proprio per questo suo atteggiamento: “Un grande allenatore che si prende le colpe e difende la squadra è per pochi. Già per fare un passo del genere si può dedurre che si parla di un allenatore che ha fatto un gran calcio ed oggi si sta subendo troppe parole dette per colpa del gioco che subisce troppo e lui sta dimostrando (come nelle ultime partite) che si soffre di meno ma poi si segna meno. Il valore della rosa noi non possiamo saperlo. Poi dipende dall’obiettivo. Se è salvarsi fino all’ultima giornata, ok allora siamo in corsa. Oggi gli allenatori più bravi sono i più propositivi, vedi il Frosinone in A, ha un allenatore molto propositivo, sulla carta dovevano perderle tutte e invece. Sono del parere che se abbiamo come obiettivo la salvezza e c’è un allenatore propositivo, allora c’è beneficio. Se pensiamo di avere una rosa per i play-off o per vincere il campionato, allora si cambia”.
Da un bomber all’altro, Rosario prova a spiegare il momento complesso di Riccardo Maniero: “Il gol viene da sé. Però a Riccardo non gli posso dire nulla perché va in campo e dà l’anima. Non è sempre colpa dell’attaccante se la palla non entra. Comunque in area sono 4/5 giocatori come abbiamo visto nelle vittorie della Turris, non è detto dunque che deve segnare solo l’attaccante. Le situazioni di gioco si creano con quello che si prova in settimana e poi si va in campo a sputare sangue, poi il resto viene da sé”.
Majella cerca poi di fare il punto sul gruppo, mettendoci la sua esperienza: “Nel gruppo c’era sempre bisogno di persone con tanto carisma. Senza pressione non potresti giocare a calcio. Ti devi prendere fischi ed applausi. Forse come diceva Giacomo, alla Turris manca qualche leader che si prende la responsabilità in certi momenti della gara. Gennaio è vicino e si può rimediare. Ma ora bisogna fare più punti possibili. Io sono nel parere che nella società devono entrare persone che amano questa maglia ma competenti e che non vogliono fare danni”.
Rosario risponde poi alle varie domande del pubblico, parlando del momento di crisi dei corallini e come uscirne: “Nella mia esperienza ho avuto la fortuna di far parte di grande piazze dalla C all’Eccellenza. In questo momento c’è bisogno dei più grandi che non fanno pesare questo momento ai più giovani e mettersi in prima persona a sacrificarsi. Io sono del parere che le polemiche e contestazioni, devono scivolarti addosso, è giusto che ci sono quando ci sono problemi, ed è giusto poi prendersi gli applausi come nelle prime giornate quando hanno giocato un grande calcio. Chi soffre le pressione per me non può giocare in una piazza come Torre del Greco. I calciatori devono mettersi in testa che rappresentano una società importante ed una città importante, con tanti tifosi che fanno molti sacrifici da tutta Italia per seguire la Turris”.
Su questa scia, qualcuno provoca chiedendo di un suo ritorno alla Turris e Rosario scherzosamente puntualizza: “Quando sono stato in tribuna qualche settimana fa ho detto, se servo per venti minuti mi basta mettere la maglia e andare in area di rigore, poi il resto è spontaneo, viene tutto da se. Se mi chiedete di rincorrere faccio un po’ più di fatica…”.
Con Rosario facciamo una bella chiacchierata anche su uno dei temi fondamentali degli ultimi periodi, ovvero, il settore giovanile: “Se parliamo di scuole calcio, parliamo di niente. Vediamo sui campi genitori che litigano o senti parlare di genitori che a tavola con i figli dicono che il mister non li vuole bene perché fa altre scelte, ma parliamo di bambini di massimo undici anni. Parliamo di genitori che pensano di avere dei campioni come figli e cambiano scuola calcio perché pensano di andare in una vincente, ma di cosa parliamo. Io ho avuto una scuola calcio per cinque anni, ho fatto da 0 a 100 in due anni, poi magari qualcuno mi ha tradito perché è andato da altre parti dove si vinceva. Quando io volevo lavorare su ogni singolo bambino per migliorarlo in qualsiasi livello. Poi di cosa parliamo, ci sono genitori che pagano per far giocare i propri figli. Ma perché non facciamo fare calcio a chi sa fare calcio oppure a chi è competente. Se poi vogliamo investire, in generale parlo, spendiamo di meno per le prime squadre evitando qualche acquisto che non ci serve e spendiamo sul settore giovanile, rendendolo degno e avere qualche giovane pronto in 2/3 anni come in Olanda, Spagna, Inghilterra etc”.