Un nuovo percorso per raggiungere i sentieri del Vesuvio ed il cratere vulcanico: il primo a partire da Torre del Greco. Abbiamo percorso in auto, in fuoristrada ed a piedi, il tracciato che secondo il progetto dell’Associazione Fondiaria Oasi Vesuvio e dell’Associazione Sviluppo Area Porto potrebbe diventare un importantissimo attrattore turistico tra reperti storici e scenari naturalistici mozzafiato, oltre che un’arma per combattere il dissesto idrogeologico.
Torre del Greco è la città, in linea d’aria, più vicina al cratere del Vesuvio. Ma per raggiungere il vulcano più famoso e sorvegliato del mondo, ad oggi è necessario partire da Ercolano, Boscotrecase o Terzigno: è da queste cittadine che muovono tanti appassionati della vita all’aria aperta, delle passeggiate in montagna, del trekking e della mountain bike in direzione del cono. Ma grazie all’impegno di due associazioni torresi, è stato realizzato un progetto – già positivamente accolto dall’amministrazione guidata da Luigi Mennella – per collegare il centro della città del corallo e i suoi snodi principali (fermate ferroviarie della linea Napoli-Salerno e della Circumvesuviana) al cuore del Parco Nazionale.
Un progetto che avevamo già mostrato in una diretta esclusiva sabato 11 novembre, che punta ad individuare in città dei percorsi da suggerire agli appassionati, con alcuni tratti pensati per agevolare la viabilità ciclabile tradizionale e con e-bike: strade che puntano verso la zona alta di Torre del Greco ed esattamente via Pisani, nei pressi di Cappella Nuova. Da qui, prendendo la vicina via Monticelli, alle spalle del Colle di S.Alfonso, si snodano una rete di antiche mulattiere che già oggi sono il paradiso per runner, appassionati di MTB e semplici amanti dell’aria pura che sui declivi a monte di Torre sono nati e cresciuti. Ma, una volta messi in sesto e dotati delle necessarie infrastrutture, questi sentieri potrebbero essere utilizzati anche dai turisti e cicloturisti meno esperti.
Salendo via Monticelli, la strada diventa presto non asfaltata: l’Associazione Fondiaria Oasi Vesuvio, che ci ha accompagnato in questa esplorazione, ha individuato delle aree di parcheggio sia per auto che per raduni di ciclisti, prima dell’inizio della salita vera e propria. La stessa associazione si prende cura, per quanto possibile, di gran parte di questi sentieri oggi soggetti all’usura delle acque piovane nonché a numerosi atti vandalici e di ecocriminali: ma l’impegno profuso ha certamente portato grandi risultati positivi, come la sistemazione di alcune terrazze panoramiche con una vista mozzafiato. Oltre a questo, il grande lavoro dell’associazione è stato diretto, negli ultimi anni, al recupero dei luoghi dopo gli incendi del 2017 che hanno devastato il Vesuvio.
C’è l’incanto della natura: una flora ed una fauna di straordinario valore, un panorama completo sul golfo di Napoli ed il suo connubio con il Vesuvio che domina il panorama. Non a caso, il progetto si intitola proprio “Il Mare e la Montagna”, anche riprendendo le aree di principale interesse delle due associazioni promotrici: l’Associazione Fondiaria Oasi Vesuvio presieduta da Gerardo Borriello e l’Associazione Sviluppo Area Porto guidata da Carlo Esposito. Ma oltre alla natura ci sono alcune meraviglie create dall’uomo: ruderi dell’800, un tempo utilizzati come costruzioni agricole, che hanno conservato intatto il loro fascino e che potrebbero essere riportate a nuova vita; le imponenti “briglie borboniche”, il progetto di contenimento delle acque meteoriche che ha protetto i territori sottostanti nei secoli. Ma tante meraviglie sono tutte da scoprire, come un’antica abitazione agricola sepolta durante una delle ultime eruzioni vesuviane e ritrovata con alcuni elementi di arredo e pavimentazione ancora intatti.
Dopo diversi terrazzamenti ed un tratto di strada percorso in 4×4 si arriva all’ultimo tratto che conduce al sentiero n.4 del Parco Nazionale del Vesuvio: un percorso già battuto e frequentato che apre le porte alla salita verso il cono, attraverso la strada Matrone o, dal lato opposto, in contrada Osservatorio. Ciò che si nota salendo i percorsi è quanto l’uomo e la natura abbiano sinergicamente contribuito a creare un panorama unico nel suo genere, quando agiscono nel bene. Ma ciò non sempre avviene: per l’uomo, che ha stravolto troppe aree sottostanti in una speculazione andata avanti per decenni prima di essere arginata, e per la natura che oggi si riprende, nel bene o nel male, i suoi luoghi creando fenomeni di dissesto idrogeologico.
Sono infatti visibili numerosi ruscellamenti creati dalle acque piovane che, andando a valle, trascinano detriti, sabbia e fango creando pericoli per la popolazione. Un fenomeno inevitabile ma di cui si possono prevenire gli effetti; in questa direzione vanno le parole dell’assessore del comune di Torre del Greco, Franco Leone, che ci ha seguito in questa passeggiata: “Si tratta di un patrimonio naturalistico e culturale che va assolutamente valorizzato. L’impegno è quello di trovare risorse e fondi: prima di tutto per prevenire il dissesto idrogeologico e poi per recuperare un parco distrutto dagli incendi del 2017 che hanno cancellato gran parte della vegetazione” – sono le parole dell’assessore Leone – “Un’area del genere può diventare un polmone verde per la popolazione ma anche una grande attrattiva per il turismo”.