Il governatore De Luca è stato a Torre del Greco per presentare il progetto che promette di rivoluzionare la spiaggia cittadina: una totale rigenerazione del waterfront, una rivoluzione rispetto a come siamo abituati a conoscerla. Il progetto prevede l’eliminazione delle scogliere ed il ripascimento delle spiagge fino ad allungare l’attuale linea di bagnasciuga di 50 metri verso il mare, “rubando” al golfo di Napoli migliaia di metri quadri utilizzabili per ombrelloni ed altre infrastrutture.
Un incontro che si è tenuto ieri 12 dicembre in una gremita sala del teatro Corallo in Villa Ciaravolo: tanti i politici, non solo torresi, gli imprenditori del settore turistico-ricettivo ma anche semplici cittadini intervenuti per scoprire il progetto regionale di rigenerazione del waterfront. Un progetto che non interesserà la sola città di Torre del Greco ma si pone l’ambizioso obiettivo di dare un nuovo volto a tutta la linea di costa che da San Giovanni a Teduccio arriva a Castellammare di Stabia.
In mezzo, la “bestia nera” del fiume Sarno, fino a qualche anno fa ritenuto il fiume più inquinato d’Europa ed interessato da massicci interventi di tutela ad opera della Gori Spa nell’ambito del programma “Energie per il Sarno“: l’obiettivo dichiarato è quello di rendere il fiume pulito e tutto il mare del golfo di Napoli balneabile entro il 2025, eliminando gli scarichi fognari a mare e collettando tutte le utenze della fascia vesuviana a depurazione. Un’impresa che, da cronoprogramma, procede secondo i tempi previsti ed è il primo punto per ridare nuova vita alle spiagge di Torre del Greco e dei comuni vicini alla foce.
Il progetto è stato presentato dettagliatamente dal professor Fabio Dentale, con numerose simulazioni video e rendering che hanno permesso di “sognare ad occhi aperti”. La linea di costa torrese è stata suddivisa in tre macroaree di intervento: la zona nord, che comprende la spiaggia della Scala fino al confine con Ercolano; il tratto dal porto torrese alla torre di Bassano (andando a comprendere le attuali spiagge dell’Agostinella, di S.Giuseppe alle Paludi, il “laghetto” e così via); le spiagge di via Litoranea.
Per ciascuna di queste zone, interessate negli anni da fenomeni erosivi che hanno ridotto drasticamente la superficie di spiaggia, il progetto prevede la rimozione delle attuali scogliere emerse e la realizzazione di lunghe barriere di scogli che resteranno sotto il pelo dell’acqua, non visibili (scogliere soffolte): una soluzione che restituisce anche la visione dell’orizzonte a chi si troverà sulla spiaggia. Stando al progetto ed ai precedenti già realizzati nel salernitano, le scogliere a raso elimineranno i fenomeni erosivi consentendo un ripascimento delle spiagge che, a seconda del fondale, potrebbe spostare la linea di costa di 25-50 metri più in là dell’attuale.
Una soluzione che renderà le spiagge torresi più numerose, più ampie e con maggiori possibilità dal punto di vista turistico: si stima che la superficie rubata al mare consentirà di posizionare 10.000 ombrelloni in più rispetto all’attuale sistemazione. Un beneficio per gli imprenditori ma anche per la collettività: secondo la legge regionale, infatti, non più del 50% di tali aree potrà essere assegnato in concessione agli stabilimenti; metà delle aree saranno quindi spiagge libere. Con il ripascimento e la protezione dall’erosione sarà poi possibile pensare anche a soluzioni di mobilità alternativa tra le spiagge, realizzando piste ciclopedonali a livello della spiaggia che collegheranno in particolare la Litoranea e la zona a valle del cimitero, superando l’ostacolo costituito dalla linea ferroviaria che oggi affaccia direttamente sul mare.
I tempi? Restano un punto interrogativo. Secondo il governatore, tutto parte dalla messa a disposizione dei fondi da parte del governo centrale: dopo si potrà partire con le valutazioni tecniche. Nella migliore delle ipotesi la prima pietra, o meglio, il primo granello di sabbia non sarà posato prima di alcuni anni.
Il governatore della regione Campania Vincenzo De Luca, in un lungo intervento ha espresso la sua determinazione per la realizzazione di quanto presentato: “Questa è forse la fascia più preziosa della costa vesuviana. Stiamo facendo un grande lavoro su tre punti fondamentali: ambiente, trasporti e sanità“. Poi una stoccata a Roma: “Il progetto costerà 70 milioni di euro, finanziati con i Fondi per lo Sviluppo e la Coesione (FSC). Grazie alle decisioni del governo centrale, gli accordi per questi fondi vanno concordati regione per regione. Il ministro Fitto ha firmato l’accordo con tutte le regioni del nord e nessuna del sud, sono arrivati fino al Lazio. Con noi manca sempre qualcosa, cercano di farci i dispettucci”.
De Luca ha utilizzato come sempre espressioni “colorite” per dipingere il proprio disappunto: “Se il governo non firma, i soldi non arrivano. Sono dei malviventi. Ma noi andremo avanti nonostante i porta seccia. Non ci fermeranno neanche con i carri armati: il destino di questa regione si decide a Napoli, non a Roma”.
Il sindaco Luigi Mennella ha fatto gli onori di casa ricordando l’importanza di tutto il comparto legato al mare, partendo dallo storico Istituto Nautico cittadino che rischia di subire pesanti ridimensionamenti: “Siamo assolutamente contrari al dimensionamento scolastico fatto in questo modo: il Nautico da Torre non se ne deve andare. Ed anche il Liceo Classico merita rispetto”. Una storia, quella del Nautico, legata a doppio filo con la città di Torre del Greco, secondo comparto marittimo d’Italia. Ed indissolubilmente intrecciata con la storia del porto cittadino, anch’esso oggetto di grandi opere di riqualificazione come la progettata realizzazione del nuovo braccio.
“Il mare è la nostra memoria, ma non la sola: penso alla Festa dei Quattro Altari, anch’essa nostra memoria, e noi la rifaremo” ha poi sottolineato il primo cittadino.
Altra “padrona di casa” la vicepresidente del consiglio regionale della Campania, Loredana Raia, che ha ricordato quanto la Litoranea di Torre del Greco sia centrale nella memoria anche storica dei torresi. Un litorale che ha vissuto gloriosi decenni da epicentro turistico, percorsi purtroppo anche da una devastante speculazione di cui ancora oggi sono visibili gli effetti. “La rigenerazione della Litoranea non è solo amarcord: è il posto nel quale abbiamo passato la nostra infanzia”, ha sottolineato la Raia, “Penso al nostro mare, alla rena nera e da qui può ripartire lo sviluppo”.