Il governatore campano Vincenzo De Luca è intervenuto a Torre del Greco ieri 12 dicembre 2023 per la presentazione del progetto di rigenerazione del waterfront: un ambizioso piano per combattere l’erosione del lungomare da San Giovanni a Castellammare di Stabia estendendo, al contempo, l’area delle spiagge. Un progetto che dovrebbe essere finanziato dai Fondi di Sviluppo e Coesione ma che sta subendo, secondo l’ex sindaco di Salerno, i “dispettucci” del governo centrale.
Il progetto di rigenerazione del waterfront vesuviano avrebbe un costo stimato di 70 milioni di euro. Soldi che, spiega il governatore, sarebbero finanziati con gli FSC (Fondi di Sviluppo e Coesione) regionali. De Luca, dal palco del multisala Corallo in Villa Ciaravolo, ha spiegato che questi fondi vengono elargiti dal governo nazionale alle aree sottoutilizzate del paese. Si tratta di soldi gestiti dalle regioni in seguito alla firma di un accordo di coesione tra livelli amministrativi regionali e nazionali: ma, stando alle parole del governatore-sceriffo, tali accordi, che prima venivano firmati unitariamente da tutte le regioni italiane, con il governo Meloni verrebbero stipulati tra i singoli enti regionali ed il ministero.
Su questo punto arriva l’attacco di De Luca che, seppur con la solita verve, non risparmia pesantissime parole verso i palazzi romani: “Questi squinternati che ci sono al governo hanno cambiato le regole: bisogna fare accordi regione per regione, così tentano di ricattarci. In questo momento sono stati fatti gli accordi di coesione con il ministero guidato Raffaele Fitto solo da parte delle regioni del nord: non ce n’è una del sud“. Una situazione paradossale se si pensa che, per legge, gli FSC sarebbero destinati per l’80% alle regioni meridionali e per il restante 20% a quelle settentrionali.
“Peli, contropeli, sottopeli, integrazioni: manovre chiaramente ostruzionistiche“, sostiene De Luca facendo intendere che gli accordi sono stati finora rimandati per cavilli burocratici, “Si sono fermati al Lazio. Non c’è nessuna regione del sud. Sono dei malviventi“. Parole pesanti che hanno suscitato l’ilarità della platea, alla quale l’importante esponente del PD ha ricordato che il totale dei fondi in attesa di trasferimento ammonta a 6 miliardi di euro ed in essi ci sono i 70 milioni necessari alla realizzazione dell’opera di rigenerazione del waterfront vesuviano. “Noi andremo avanti nonostante i porta seccia. Non ci fermeranno neanche con i carri armati: il destino di questa regione si decide a Napoli, non a Roma”, ha ribadito De Luca.
Il presidente ha poi voluto ricordare come la “sua” Campania e Torre del Greco in particolare, con l’ospedale Maresca, sia stato un punto di forza nella gestione dell’emergenza Covid: “Tremavamo alle immagini che arrivavano da Bergamo con i morti per strada. Qui non ce ne sono stati. Siamo la regione che ha retto meglio“ è l’analisi del governatore che aveva aperto il suo intervento citando tre settori nei quali sostiene di aver dato una svolta in Campania: ambiente, trasporti e – appunto – sanità.
Un intervento-comizio, quello dello sceriffo, nel quale anche il bel sogno – peraltro in avanzata fase progettuale – di veder rinascere il litorale cittadino è stato posposto all’annosa “questione meridionale”, agli annunci di propaganda (la situazione trasporti in Campania è un continuo ping pong di responsabilità tra aziende e politica) e condita dalle aggressive battute di – poco – spirito alle quali l’ex sindaco di Salerno ha abituato i campani.