Il Fornaio Brancaccio non è un negozio come gli altri, è una storia d’amore. Aniello è un padrone di casa gentile, simpatico e soprattutto ricco di competenza e capacità. Un uomo appassionato, che adora quello che fa e lo trasmette alle persone che quotidianamente vivono con lui quella che è una vera e propria seconda casa.
La storia de Il Fornaio, situato in via Calabria 38 a Torre del Greco, inizia nel 1980, quando i genitori di Aniello aprirono per la prima volta le porte al pubblico: “Ma la tradizione della famiglia Brancaccio nasce molto prima, in via Nazionale, dai nonni di mio padre”.
Nata come attività specializzata in panificati e biscotti, dopo 25 anni è diventata “pane e prosciutto, come dico io. Abbiamo allargato gli orizzonti, iniziando a produrre pizze, rustici, insomma tutto quello che appartiene al mondo della gastronomia. Ed abbiamo iniziato a fare i dolci”. Si, perché da Il Fornaio si può degustare un panino come una pastiera, e tutto ha un sapore buonissimo. “Utilizziamo solo prodotti di qualità, aggiungendoci la gentilezza che ci contraddistingue quando siamo a contatto con il pubblico”.
Una vera e propria azienda, strutturata in maniera capillare e seguendo attentamente le normative, per una produzione d’eccellenza. “Abbiamo due laboratori: uno per il pane, uno per i dolci. Abbiamo separato i due ambienti per non contaminare le preparazioni e per seguire tutte le norme igienico-sanitarie”.
Uno staff unito, formato e sorridente, sempre pronto a servire il cliente con attenzione: “In organico ci sono 16 persone: ramo panificazione e ramo vendita. Tutto quello che c’è in vetrina è fatto qui, in produzione. Si sforna e si mette in vetrina, così quando il cliente approccia, lo fa in una certa maniera. I prodotti sono scelti accuratamente, i partner di qualità: per fare un esempio, la provola o viene da Sorrento o da Agerola. Sono dell’idea che se parti da un prodotto di qualità, sei avvantaggiato”.
Poi ci vuole capacità, da Il Fornaio ce n’è tanta. Una produzione che non si ferma mai, destinata non solo al cliente che acquista al banco o si accomoda nella sala esterna per consumare un pasto: “Facciamo anche buffet, organizziamo degustazioni. Attualmente abbiamo sette forni, ognuno con il suo ruolo. La nostra evoluzione è stata step by step: mio padre non si è mai fermato, io ho preso le sue redini e ci ho messo il mio. Questa è casa mia: viviamo l’attività come una famiglia, e il rapporto con il cliente è al primo posto”.
Aniello Brancaccio non è un titolare, ma un leader gentile che sa mettere a proprio agio i suoi interlocutori: “Adoro quello che faccio, e la gente lo sa. Abbiamo clienti da tante zone della Campania. C’è gente che viene di persona dopo averci trovato sul web per farci i complimenti, ci dicono ‘dal vivo è più bello’. Queste sono le soddisfazioni più belle che ripagano i tanti sacrifici. Lavoriamo tantissimo con i ragazzi, per le scuole siamo diventati un punto di riferimento. Mi piace tanto lavorare con i giovani, sono il futuro”.
Si, perché quotidianamente ad ora di pranzo Il Fornaio è preso d’assalto da giovani, professionisti in pausa pranzo e clienti che desiderano semplicemente trascorrere attimi di serenità mangiando bene. “Non abbiamo mai inserito il costo del coperto, né il servizio, qui si paga solo quello che si mangia: lo facciamo soprattutto per i ragazzi. Il mio modo di pensare è molto semplice: se vuoi arrivare lontano, non devi guardare le piccolezze. Se non guardi il capello la gente capisce, e ti apprezza. Non so quanti caffè offro al giorno (ride). Ci sono amici che vengono qui solo per il piacere di farsi una chiacchiera, mi piace molto questo”.
“Lavoriamo sulla fiducia, i nostri clienti se non hanno possibilità di recarsi al negozio ci scrivono cosa desiderano via Whatsapp, ad esempio, e noi cerchiamo sempre di accontentarli”. Ora è Natale, periodo di ‘cesti’: “I nostri non sono preconfezionati: se è per una donna ad esempio lo compongo immaginando lei, se è per un professionista magari lo facciamo elegante, se deve essere abbondante lo facciamo più ‘casereccio'”. Un’attenzione al dettaglio fuori dal comune.
“Qui abbiamo contemporaneamente il sale di Manchester, il rum caraibico, il gin di Barcellona, il miele di Cuneo, di Trecase e di Avella, i datteri egiziani, il caciocavallo allo zafferano iraniano. Più curiosità susciti nel cliente, più lo attiri. Il mio ruolo è anche quello di istruire”.
Aniello è uno studioso della materia, che sceglie attentamente prima di proporre alla propria clientela: “I prodotti li compro dopo molta ricerca, cercando i produttori artigianali di qualità. Lo faccio per far comprendere al cliente che c’è tanto lavoro dietro, e per far capire che quello che trovano qui non c’è altrove. Sono un po’ ‘rompiscatole’ sugli acquisti.
Il Fornaio ha solo prosciutti con il proprio marchio: “La salumeria è un’arte: ho fatto la scuola a Parma e mi sono formato lì. Ho un prosciutto cotto con marchio Il Fornaio da 25 anni senza glutine, senza polifosfati e senza proteine del latte di soia: è un prosciutto senza allergeni. Vendo solo quello, perché mettere altri prosciutti se c’è la garanzia di qualità sul mio? Vengono prodotti a Piacenza, dalla Capitelli, l’azienda che fa il San Giovanni. Il dottor Angelo Capitelli è uno che ci ha visto lungo un po’ di tempo fa, e noi ci siamo affidati. Il nostro crudo invece viene da Langhirano (Parma). Viene tagliato sempre a 24 mesi, i prosciutti sono tutti in osso: mai disossati, mai esteri, tutti da Parma”.
“L’abbinamento perfetto qui da noi al sud è prosciutto e mozzarella, e la nostra mozzarella è leggermente salata, rispetto al crudo di Parma che deve essere dolce. In Toscana, il crudo è pepato e salato perché il pane non lo è. È una questione di compensazione. L’Italia non è un paese, ma un abbinamento culinario. La mortadella di Bologna? Non è vero che quella originale è col pistacchio, i pistacchi in antichità erano prodotti solo a Bronte. La ricetta è napoletana, siamo noi che abbiamo l’abbiamo adattata ai nostri gusti. Il Pil di Parma viene di fatto alzato dalla Campania, perché siamo grandi mangiatori di salumi”.
Insomma, un’attività gestita da una famiglia preparata, guidata da un uomo fiero e desideroso di regalare sorrisi anche nei momenti più complicati: “Come mio padre la notte del terremoto del 1980 rimase aperto tutta la notte per aiutare il proprio popolo, anche noi nel periodo Covid abbiamo fatto lo stesso. Non abbiamo mai chiuso, e abbiamo consegnato in tutte le case per venire incontro alle esigenze di chi non aveva possibilità”.
RIEPILOGO INFO
Cosa: Il Fornaio Brancaccio
Dove: Via Calabria, 38, Torre del Greco (Na)
Info: pagina Facebook – 081 882 4305