Parla di Reddito di Cittadinanza e risponde a tono alle critiche mosse dall’opposizione in Consiglio Comunale: Luigi Gallo, coordinatore cittadino del M5S a Torre del Greco ed ex deputato, annuncia per fine gennaio un convegno in città sull’RdC con l’ex presidente dell’INPS Pasquale Tridico.
È intervenuto su una delle misure-bandiera del M5S di cui è stato deputato ed oggi membro del comitato formazione ed aggiornamento che si pone l’obiettivo di creare la nuova classe dirigente: Luigi Gallo risponde alle critiche ricevute dall’opposizione in Consiglio Comunale che ha attaccato i pentastellati ed in particolare il consigliere Mirko Gallo, suo fratello, accusato di “bluffare” sulle misure di sostegno alle fasce deboli.
“Non vogliamo lezioni da chi ha combinato questo disastro – dice Luigi Gallo – Mi rivolgo agli esponenti dei partiti che oggi sono all’opposizione in comune ma che a livello nazionale hanno creato le condizioni per questo disagio. Sarebbe opportuno se rivolgessero le loro rimostranze ai loro rappresentanti al Governo, che hanno creato una vera bomba sociale“.
Gallo risponde anche a chi accusa il M5S di aver promesso, in campagna elettorale, la possibilità di istituire una sorta di RDC comunale: “Non è stato mai promesso: sarebbe folle per i servizi sociali di qualsiasi comune accollarsi i costi di un reddito fisso ma ci stiamo muovendo per supportare in tanti modi i soggetti bisognosi. C’è un accordo con il sindaco Luigi Mennella per lavorare sul sostegno alle famiglie in difficoltà. Si tratta di nuclei in situazioni di disagio anche per le politiche di questo governo”.
Si tratta dell’Agenda di Governo dei cittadini: l’accordo sul quale si è basato il tandem PD-M5S che ha portato Mennella sullo scranno più alto di Palazzo Baronale. Ma anche qui ci si scontra con i disagi ben noti alla realtà locale: “Il primo problema è quello della carenza di personale: servono uffici funzionanti per avere i dati di chi è incluso in misure di sostegno ed escluso da altre. Oggi siamo all’inizio del percorso dell’ADI (il nuovo Assegno di Inclusione che sostituisce, in parte, l’RDC) e quindi è necessario acquisire questi dati ed incrociandoli con i dati dei Centri per l’Impiego per mettere a terra misure di sostegno eque”.
“Il M5S ha presentato già da tempo richiesta in tal senso: è necessario avere una traccia da seguire per gli interventi che possono essere bonus pasti o bonus affitti”, spiega Gallo. In tal senso, specifica che è stato incaricato il nuovo dirigente ai servizi sociali ed ha già richiesto un incontro al presidente del Centro per l’Impiego per coordinare le attività.
A monte di queste iniziative, l’arrivo a Torre del Greco di Pasquale Tridico, ex presidente dell’INPS ai tempi del governo Conte ed “artefice” del RDC: previsto per il 24 gennaio un convegno-incontro per raccogliere testimonianze di chi è stato aiutato dal reddito e lanciare controproposte: “Cominciamo subito perché nel 2024 devono partire le prime misure di sostegno al reddito per chi ha perso tutto. Sarà un momento divulgativo ed informativo”, spiega Gallo.
Una misura sulla quale l’opinione pubblica, anche alimentata da alcuni titoli sensazionalistici dei media, si è divisa. Ma Luigi Gallo difende il provvedimento con la forza dei numeri: “Il Reddito di Cittadinanza coinvolge 2,1 milioni di italiani. Il fatto che ci siano casi negativi che hanno causato anche scalpore non rende giustizia all’importanza di questa cifra”.
“Ci sono tante altre storie non raccontate, che non sono andate sui giornali – racconta l’ex deputato grillino – che abbiamo raccolto girando nei territori: l’RdC ha aiutato anche tanti liberi professionisti e commercianti che non riuscivano più ad andare avanti. Ci sono migliaia di casi nei quali serviva ad integrare le entrate di chi svolgeva lavori non sufficienti a vivere dignitosamente”.
La misura sostitutiva introdotta dal governo Meloni, l’ADI, si rivolge, stando alle stime di Gallo, alla metà delle persone. “A Torre del Greco, 2.000 nuclei familiari ricevevano il sostegno dell’RdC. Con gli stringenti requisiti dell’ADI, queste famiglie scendono a 1.000 circa“. Inoltre, ci sarebbe una finestra di reddito (tra i 6.000 e i 9.360 Euro di valore ISEE) per la quale non è prevista alcuna copertura sussidiaria: “Un vero errore legislativo“, secondo Gallo.
Il Reddito di Cittadinanza è stato certamente un provvedimento molto apprezzato al sud e nella provincia partenopea: a dimostrarlo, i risultati elettorali ottenuti dal M5S in queste zone. Ma ciò ha alimentato i “soliti” stereotipi sui napoletani fannulloni ed imbroglioni, ai quali Gallo risponde così: “L’RdC è l’esercizio di un diritto: quello a non vivere in povertà. In questo caso parlare di corrispondenza con i voti è davvero assurdo !“
“A sud, dove è forte l’incidenza del lavoro nero, con l’RdC sono emersi 1 milione di persone da lavori irregolari. Oggi questa piaga sta ritornando perchè si sono strette le condizioni per vivere, perché il potere contrattuale di chi ha bisogno di lavorare scende”.
Un meccanismo che dovrebbe far riflettere, secondo Gallo, quanti accusavano il reddito di invogliare le persone a “restare sul divano” anziché cercare lavoro. “In primis, i requisiti necessari per l’accesso al reddito limitavano fortemente queste situazioni. Ma sottolineo che le condizioni di chi lavora possono essere aumentate solo se si tutelano i più poveri. Altrimenti il mercato si appiattisce verso il basso e peggiora anche la situazione di chi un lavoro ce l’ha. E non dimentichiamo la questione sicurezza: in una città nella quale non ci sono persone in condizioni di bisogno si può vivere generalmente in maniera più tranquilla”.
Ed infine una battuta su quell’uscita infelice dell’allora capo politico del M5S, Luigi Di Maio, che annunciando l’introduzione del reddito disse: “Abbiamo abolito la povertà“. Cominciò forse in quel momento l’assedio mediatico ad una misura di sostegno che portò l’Italia al livello delle tante altre nazioni europee che già avevano sussidi simili. Secondo l’ex parlamentare “Fu uno scivolone. È sempre bene vedere i risultati prima di lanciare degli slogan. Ma quelle parole non possono cancellare il varo di una misura storica”.