Arrivato ieri 16 gennaio in Senato il disegno di legge sull’autonomia differenziata voluto dal ministro della Lega (nord) Roberto Calderoli: numerose le iniziative di protesta contro la misura in discussione in Parlamento.
Nella giornata di ieri, martedì 16 gennaio, si sono svolte diverse iniziative di protesta contro la cosiddetta autonomia differenziata. Le manifestazioni sono coincise con l’arrivo in Senato del disegno di legge voluto dal ministro leghista Roberto Calderoli.
Si tratta di una proposta che potrebbe sancire la fine sociale, economica e civile delle regioni del sud Italia, portando a termine un percorso di subordinazione partito nel lontano 1861 e legittimato politicamente dagli anni ’90 del secolo scorso con quelli che sembravano deliri senza speranza del fondatore stesso del partito cui appartiene il ministro, Umberto Bossi.
In sostanza è il riconoscimento, da parte dello Stato, dell’attribuzione alle regioni di autonomia legislativa sulle materie di competenza concorrente. Insieme alle competenze, le regioni possono anche trattenere il gettito fiscale, che non sarebbe più distribuito su base nazionale a seconda delle necessità collettive.
Tali materie comprendono i rapporti internazionali e con l’Unione europea, il commercio con l’estero, la tutela e sicurezza del lavoro, l’istruzione, le professioni, la ricerca scientifica e tecnologica, la tutela della salute, l’alimentazione, l’ordinamento sportivo, la protezione civile, il governo del territorio, i porti e gli aeroporti civili, le grandi reti di trasporto e di navigazione, la comunicazione, l’energia, la previdenza complementare e integrativa, il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, la cultura e l’ambiente, le casse di risparmio e gli enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.
Un provvedimento che, nella situazione di attuale disparità esistente in Italia per ragioni storiche, politiche e territoriali, porterebbe al definitivo affossamento del meridione: in barba totale ad un percorso di rinascita – seppur lungo e lentissimo – che dovrebbe invece essere agevolato per portare ogni frazione del territorio nazionale a livelli dignitosi di vita, lavoro e servizi.
Con una nota, il sindaco di Torre del Greco Luigi Mennella ha ricordato che già nella seduta dello scorso 6 dicembre il consiglio comunale aveva approvato un ordine del giorno attraverso il quale l’assise a maggioranza si è dichiarata “contraria ad ogni ipotesi di autonomia differenziata regionale, ritenendo che costituisca un irreversibile ed irreparabile vulnus all’unità del Paese, alla coesione sociale e all’uguaglianza costituzionalmente sancita tra cittadine e cittadini di tutte le regioni”.
Nel documento votato dal consiglio comunale più di un mese fa viene inoltre sottolineato come “le richieste di autonomia differenziata non sono motivate altrimenti che con la rivendicazione, da parte delle Regioni istanti, di un’apodittica e pregiudiziale primazia nella produttività e della contribuzione” e che “le richieste di autonomia avanzate rischiano di compromettere l’integrità e la coesione della Repubblica e l’esigibilità dei diritti costituzionalmente garantiti a tutti i cittadini e le cittadine, indipendentemente dal territorio di residenza e dalla capacità contributiva”.