A Torre del Greco commozione per la morte di Antonio Mennella, decano dei pasticcieri e fondatore della nota catena che porta il suo cognome: in tanti hanno un ricordo legato al maestro dei dolci, tra cui un amico di sempre, Ciro Accardo, il cui nome è legato ad un altro pezzo di storia torrese che è il ristorante “Chiarina a mare”.
Entrambi rappresentano l’eccellenza torrese nell’arte dell’accoglienza, della ristorazione e del gusto: Ciro Accardo, terza generazione dello storico ristorante torrese “Chiarina a mare”, è stato amico di Antonio Mennella. “Un amico, amico, amico”: Ciro ci tiene a sottolineare la parola per tre volte, a ribadire il concetto di un rapporto d’altri tempi che affonda nella memoria e nelle foto in bianco e nero.
“Antonio ha cominciato prestissimo, aiutando nella pasticceria di famiglia che era Blanco (altro storico nome dell’arte dolciaria torrese, ndr). Era un vero braccio destro per i suoi parenti, si vedeva che aveva la stoffa fin da giovanissimo”. Da collaboratori a concorrenti: Blanco e Mennella sono divenuti nei decenni i rappresentanti della tradizione pasticciera cittadina. Di più: i torresi si sono “divisi” in due veri e propri team, ciascuno in fedelissimo appoggio alla propria pasticceria preferita dove si mettevano in fila nell’immancabile rito della “guantiera” domenicale.
Ciro Accardo ricorda così l’amico pasticciere: “Era sempre con noi, a tutte le feste, era più di un amico, una persona di famiglia. Non so per quale motivo abbia deciso di lasciare il laboratorio dei suoi parenti, ma col senno di poi ha fatto bene: ha costruito un impero. Lui ha fatto nella vita proprio ciò che voleva fare da sempre”.
Poi un aneddoto sugli inizi di Antonio: “Ha aperto la sua prima pasticceria in via Aldo Moro, in zona Vesuviana. Un uomo che è partito non da zero, ma da “sottozero”, con impegno ed umiltà. Ricordo quando ha incominciato senza attrezzature, senza macchinari. Talvolta veniva a chiedere in prestito anche ruoti, vassoi, ed altre cose necessarie per lavorare: ed era davvero un piacere aiutarlo perché era un uomo che meritava“.