Pino Aprile: “Unità d’Italia fu un genocidio. Oggi per Calderoli siamo ancora dei topi”


Le parole di Pino Aprile, scrittore e giornalista meridionalista, a margine dell’incontro di approfondimento sull’autonomia differenziata tenutosi a Torre del Greco l’11 aprile: l’autore di “Terroni” spazia dalla minaccia della normativa voluta da Roberto Calderoli fino a problemi storici che condizionano il sud da secoli.

Pino Aprile: “Autonomia differenziata, porcheria ideata da chi ci chiama topi”

Un lungo e diretto intervento all’incontro tenutosi all’ex palestra Gil di Torre del Greco, dove si è discusso approfonditamente di autonomia differenziata. A relazionare, oltre ad Aprile, l’ex presidente della Camera Roberto Fico, il deputato Francesco Emilio Borrelli, Giuseppe Esposito del Movimento Equità Territoriale, l’avvocato penalista Ivan Severino e l’ex deputato di Torre del Greco Luigi Gallo.

Ma lo scrittore meridionalista ha spaziato dal presente a passato come un fiume in piena, raccontando come il provvedimento in discussione in Parlamento sia soltanto l’ultimo atto di una precisa volontà di soggiogare le regioni meridionali: una volontà politica di cristallizzare una condizione di diseguaglianza che nel tempo, dall’Unità d’Italia in poi, è andata accentuandosi continuamente.

Aprile rimarca i temi a lui cari, invitando ad una rilettura della storia nazionale senza la stuccosa narrazione risorgimentale ed eroica che ha influenzato la cultura di massa di intere generazioni ma ricordando come le guerre d’indipendenza, in Italia come in altri paesi, siano state vere “guerre di conquista” con tutte le tragedie annesse e la conseguente verità, scritta sempre dai vincitori.

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Pino Aprile ai microfoni di VesuvioLive.it

Aprile: “Gli stati nazionali costruiti con la guerra”

“Non dobbiamo metterci la coscienza a posto – dice Pino Aprile in merito all’autonomia differenziata e alla necessità di mobilitarsi contro – abbiamo il dovere di fermare questa porcheria. Non cerchiamo scuse. La psicologia sociale spiega quante persone servono a cambiare il corso dell’umanità: una sola. Perché i comportamenti del singolo, in una comunità, influenzano i comportamenti di tutti gli altri. Pensiamo a Martin Luther King o Gandhi. Nessuno può assolversi: se non ci riusciamo siamo tutti colpevoli. Altrimenti dobbiamo ammettere di essere più scemi di Calderoli: uno che ci ha chiamati topi. Cos’altro devono fare per farci dire basta ?“.

Una serie di soprusi ai danni delle popolazioni meridionali, secondo lo scrittore, che trova nell’autonomia differenziata il suo ultimo atto ma parte da ben lontano: “La creazione degli stati nazionali era un dovere per favorire la creazione di una società industriale, e doveva essere portata avanti con tutti gli strumenti, anche con la guerra. La stessa cosa è avvenuta negli Stati Uniti ed in Giappone. Solo che loro raccontano la storia come sta, in Italia no”.

E così Aprile sottolinea come lo stesso racconto della storia abbia inciso sulla percezione della stessa: “Con l’autonomia differenziata ci parlano di servizi minimi essenziali da garantire. Minimi? Così tutto il resto diventa un di più? E quando non erano definiti perché non ci sono stati mai dati? Perché la spesa storica è sempre stata sbilanciata tra nord e sud anche rispetto alle tasse pagate dalle regioni meridionali?”

Il sud visto come una colonia: “Ci vogliono come carne da macello”

“Ora non fanno che rendere costituzionale ciò che è sempre avvenuto: trattare il sud come una colonia interna. Una parte del territorio contribuisce con i suoi soldi e la sua ‘carne da macello’ buona solo per emigrare allo sviluppo del nord. Il sud contribuisce per il 25% alla spesa nazionale ma ha ricevuto per anni il 19%: la differenza è andata al nord”.

E fa un esempio lampante: Nelle 7 regioni del sud, che rappresentano il 40% del territorio ed ospitano una popolazione di 20 milioni di persone circolano meno treni che nella sola Lombardia che ha 10 milioni di abitanti e l’8% del territorio. Per la Costituzione, ogni area ed ogni cittadino dovrebbe avere le stesse possibilità e gli stessi diritti”.

“L’unificazione fu guerra di conquista, massacro, genocidio

“Oggi c’è maggiore consapevolezza di come sia andata l’unificazione di questo paese: con un’invasione armata, un saccheggio nel quale hanno svuotato banche, rubato macchinari nelle fabbriche ed un genocidio, un massacro. Noi siamo quello che ci raccontano di essere: è un meccanismo studiato in psicologia. L’oppresso fa suoi gli argomenti con i quali l’oppressore giustifica la sua azione, così l’oppresso lo giustifica”.

“Meridionali come gli ebrei, si inventano colpe per giustificare la loro condizione”

“Così accadeva anche nei campi di sterminio nazisti: gli ebrei inventavano motivazioni per giustificare la loro condizione. Perché l’essere umano non può vivere con domande che non hanno una risposta. Va bene qualsiasi risposta anche folle, anche negatrice di verità. La condizione del meridionale è la stessa: nei miei incontri al sud c’è quasi sempre qualcuno che si alza e parla di ‘autoassoluzione’, dicendo che al sud siamo ladri e c’è il clientelismo”.

“Al nord record di tangenti ed arresti: non è la latitudine che fa l’onestà”

“Cosa vogliamo dire ai nostri amministratori? Di essere bravi come Formigoni che è finito in galera? La regione Lombardia ha il record nazionale di condannati, incarcerati, inquisiti per furti, tangenti e malversazioni varie. Oppure come gli amministratori veneti? Galan è finito in carcere perché pigliava mazzette per il Mose, l’opera che ha probabilmente il record mondiale di tangenti: per ogni 3 euro spesi, 2 erano mazzette ed 1 euro erano lavori. Allora mi tengo stretto i nostri amministratori. Abbiamo anche noi i nostri ladri ma non è la latitudine che fa l’onestà”.

 

 

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