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VIDEO/ Turris, “solo” 6500 posti per il nuovo stadio per colpa dei parcheggi: la spiegazione

Nella giornata di ieri il sindaco Luigi Mennella insieme al presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha fatto il primo sopralluogo ufficiale nella zona in cui sorgerà la Cittadella dello Sport a Torre del Greco. Tra i vari argomenti affrontati nell’incontro è spuntato il tema del nuovo stadio della Turris (che vedrà i lavori iniziare in un secondo momento rispetto alla piscina e al palazzetto). Uno stadio che presenterà 6500 posti, capienza che non soddisfa tutti, ma non è stata una scelta di chi ha ideato il progetto, ma una semplice esigenza legata alla regola del numero minimo di parcheggi.

“Solo” 6500 posti per il nuovo stadio della Turris, la spiegazione del sindaco a Malagò

Durante la presentazione del progetto il presidente Malagò ha chiesto al primo cittadino di Torre del Greco delle delucidazioni in merito allo stadio. Mennella ne ha approfittato ed ha spiegato anche il motivo dei “soli” 6500 posti per il nuovo stadio. Ecco le sue parole: “Lo stadio ha 6500 posti, per la Serie B. Non ha più posti perché abbiamo il problema dei parcheggi che è previsto che siano tutti a raso. Aumentando la capienza dovremo aumentare i parcheggi e dovremo fare quelli sotterranei. Cosa difficile visto che sotto abbiamo la lava del Vesuvio e lavorarci costa tanto. Servirebbe tantissimo tempo e quindi abbiamo preferito non fare uno stadio da 10 mila posti per ora. Poi in futuro mai dire mai”.

La spiegazione dunque è molto semplice. Per costruire un impianto, bisogna garantire un numero minimo di posti auto per posti a sedere. Con 6500 posti si è arrivato al limite massimo di parcheggi che è possibile realizzare in superficie senza dover ricorrere al parcheggio sotterraneo, che chiederebbe ulteriori lavori, ulteriore tempo e soprattutto costi  e dunque un grosso ritardo sui lavori che ricordiamo non inizieranno a fine settembre ma in un secondo momento.

Classe 01, nato e cresciuto con la voglia di scrivere e raccontare lo sport. Dal 2020 in giro tra sale e tribune stampa con un carico di passione e di "garra charrua".