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I tifosi della Turris non meritano tutto ciò: finito il tempo di nascondersi, siano date spiegazioni

Siamo al 29 maggio e non si sa ancora quale sarà il destino della Turris. Sembrava chiusa la trattativa per il passaggio di proprietà dalla famiglia Colantonio a Vincenzo D’Oriano, un accordo dal sapore di ufficialità sigillato con una foto con stretta di mano in presenza di un sorridente Luigi Mennella. Proprio la presenza del sindaco in quello scatto sembrava essere una garanzia, dopo l’affare Guardascione che non è stato dimenticato dalla piazza. Il primo cittadino si è prodigato anima e corpo affinché il mal di pancia di Antonio Colantonio, stanco di guidare la squadra amata da migliaia di tifosi, si potesse concludere con la cessione ad una figura in grado di assicurare solidità e nuovo slancio, ma non è bastato.

Dalla parte dei tifosi della Turris: si faccia chiarezza sul futuro

Durante la puntata speciale di Turris Live di oggi abbiamo aggiornato la tifoseria sullo stato dell’arte. Vincenzo D’Oriano ha fatto marcia indietro dopo essere andato in banca a chiedere l’ormai celebre fidejussione: in quella sede – racconta chi lo conosce molto bene – gli è stata fatta notare una certa situazione debitoria in cui versa la Turris, la quale avrebbe potuto mettere in serio rischio il suo patrimonio personale ed i risultati raggiunti in decenni di duro lavoro, di sacrifici. Avrebbe potuto mettere a rischio la stabilità economica della sua famiglia. Per tale motivo D’Oriano ha deciso di non dare seguito a quella stretta di mano, senza alcuna possibilità di ripensamento.

D’Oriano si tira indietro, Colantonio si è fidato di nuovo

L’imprenditore era assolutamente certo di ottenere la fidejussione senza problemi e senza particolari patemi, d’altra parte, da socio di minoranza della Turris, lo aveva già fatto precedentemente. Evidentemente, tuttavia, il presente implica delle riflessioni che nel passato non erano richieste. D’Oriano poteva presentarsi in banca prima, e non agli sgoccioli del termine previsto per l’iscrizione al campionato? Sicuramente sì. Colantonio poteva pretendere che tale passaggio fosse fatto prima di stringere nuovamente una mano? Sicuramente sì, anche se sulla serietà di D’Oriano non c’erano (e non ci sono) dubbi.

È evidente però come l’operazione sia stata condotta con eccessiva leggerezza dalle parti, che da un lato predicavano cauto ottimismo e dall’altro non sono state caute nel constatare che tutti i tasselli fossero al loro posto. Non lo sono state al momento di farsi scattare una foto e diffonderla. Con le doverose ed enormi differenze del caso, per i tifosi è un déjà vu dell’affare Guardascione.

È finito il tempo di nascondersi

Chi ne esce con le ossa rotte è ancora una volta la tifoseria, anche qualora la Turris venisse regolarmente iscritta al prossimo campionato di Serie C. Una piazza calda e affezionata che non merita tutta questa superficialità, non merita di essere alimentata da false speranze, non merita questa mancanza di chiarezza e la latitanza da parte delle persone coinvolte. Neanche la redazione di Vesuviolive, autrice dell’unica trasmissione che dà voce ai tifosi della Turris, ha ricevuto una risposta, eccetto l’intervento del segretario Panariello il quale tuttavia non poteva sbilanciarsi oltre (e con cui ci sono state difficoltà nel conversare per la debolezza della sua connessione). Le speranze adesso sono ridotte al lumicino, a meno di una settimana dal 4 giugno e con un deserto di pretendenti per la Turris.