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Turris, due strade per l’iscrizione al campionato: quella “interna” e la polizza svedese (con mille dubbi)

Sono ore bollenti in casa Turris. Dopo l’incredibile dietro-front di Vincenzo D’Oriano nella trattativa che avrebbe portato la squadra corallina nelle mani dell’imprenditore di Castellammare di Stabia per motivi personali. L’iscrizione della Turris al prossimo campionato di Serie C è appesa ad un filo, con il termine della scadenza (4 giugno) che si avvicina inesorabilmente. L’ultimo “asso” da giocare per cercare un disperato tentativo di iscrivere la squadra corallina al prossimo campionato è quello di passare per una polizza assicurativa (su cui aleggiano molti dubbi) nella speranza che la Lega Pro accetti, nonostante il precedente risalente all’estate 2018 che fece fuori dal campionato di Serie B l’Avellino.

La nuova ipotesi: l’ingresso di un nuovo socio

La soluzione che darebbe la certezza alla Turris di potersi iscrivere al prossimo campionato di Serie C è quella di presentare alla Lega la somma richiesta, 350mila euro, in contanti. In questo modo si ha la certezza di non essere esclusi il 4 giugno. Il piano potrebbe essere quello di una divisione della somma tra la famiglia Colantonio e uno sponsor che potrebbe entrare in società, intercettato grazie alla mediazione del sindaco Luigi Mennella. Questa ipotesi nelle ultime ore starebbe prendendo seriamente quota, ma il condizionale è d’obbligo.

L’opzione polizza assicurativa che però desta dubbi e poche certezze

La possiamo considerare come ultima spiaggia in casa Turris. L’ipotesi sarebbe quella di stipulare una polizza assicurativa con una compagnia svedese per tentare un disperato assalto all’iscrizione. La compagnia in questione sarebbe Visenta Insurance. Andando a consultare i requisiti chiesti dalla Lega Pro per avere il via libera all’iscrizione si legge che “L’impresa di assicurazione deve avere sede stabile in Italia ed essere soggetta al controllo di solvibilità dell’Autorità di Vigilanza Italiana”. Da una ricerca sull’Albo IVASS constatiamo però che la compagnia non ha una sede stabile in Italia, fattore che a questo punto sembra sancire la certezza di un rifiuto dell’iscrizione da parte della Lega Pro a causa della mancanza di un requisito fondamentale. Occorrerebbe, quindi, affidarsi ad un’altra compagnia assicurativa.

Il precedente Avellino targato estate 2018

La polizza assicurativa non è certamente una strada che la Lega vede di buon occhio, pur prevedendo che le società possano ricorrervi. Bisogna essere perfetti nel seguire la procedura richiesta: anche un cavillo può far saltare tutto e l’ultimo precedente conferma questa sensazione. Torniamo indietro, più esattamente all’estate 2018, quando l’Avellino – dopo essersi salvato sul campo all’ultima giornata del campionato di Serie B 2017/18 – effettuò domanda di iscrizione al campionato successivo proprio presentando una polizza assicurativa emessa da una compagnia rumena che non rispettava un requisito fondamentale, quello del rating. Il risultato fu l’esclusione dal campionato cadetto per “mancato rispetto dei criteri legali ed economico finanziari”.

Inutili anche i successivi ricorsi al Coni e al Tar del Lazio che rifiutarono categoricamente ogni appello dell’Avellino. Fortemente tecnica la motivazione del provvedimento con il quale si è ritenuto che il ricorso ed i motivi aggiunti “alla stregua della sommaria delibazione propria della fase cautelare del giudizio ex art. 56 c.p.a., non presentano sufficienti profili di fumus boni iuris”.