“Firenze non è Torre del Greco“ è la frase inserita sul volantino elettorale di Eike Schmidt che ha scatenato non poche polemiche, spingendo il candidato del centro destra a Firenze, già direttore del Museo degli Uffizi, a fornire la sua replica, chiarendo il il suo punto di vista.
Uno slogan che è sembrato un vero e proprio attacco a Torre del Greco, la città dove è nato l’attuale sindaco di Firenze, Dario Nardella, e che ha spinto anche il primo cittadino della città corallina, Luigi Mennella, ad intervenire a difesa dei suoi concittadini. Nell’annunciare di desiderare una città più verde, infatti, Schmidt nel suo volantino elettorale ha dichiarato: “Non alberelli stentati e fuori contesto in via Martelli, Firenze non è Torre del Greco“.
Schmidt ha voluto smentire ogni accusa tramite la seguente nota: “Sono inaudite e vergognose le affermazioni false e offensive di alcuni esponenti del Pd campano. Da decenni vengo in vacanza sul Golfo di Napoli, e ho sempre espresso la massima ammirazione per la Campania“.
“A proposito del progetto assurdo del sindaco fiorentino uscente, che è originario di Torre del Greco, ho detto che gli aranci trovano lì, nel paesaggio mite e baciato dal sole, il loro clima naturale, mentre a Firenze queste piante soffrono e non potranno sopravvivere, come del resto dimostrano i poveri aranci piantati recentemente in via Cavour e purtroppo già sofferenti e moribondi. E’ una questione climatica, oltre che paesaggistica e di coerenza storica: sarebbe come portare gli abeti del Casentino a Torre del Greco”.
“L’intervento in via Cavour si colloca nel solco di tante iniziative scellerate condotte dall’amministrazione uscente per vendere l’immagine superficiale di una Firenze da cartolina. Ma c’è un genius loci che va rispettato e valorizzato: non mi sognerei mai di promuovere la bistecca alla fiorentina a Napoli, così come ritengo che un festival della pizza a taglio al piazzale Michelangelo chiamato “Pitti Pizza” sia funzionale unicamente a un turismo mordi e fuggi di cui non abbiamo bisogno, a scapito dei ristoratori – tra cui anche degli ottimi pizzaioli napoletani – che offrono servizi e creano valore e posti di lavoro sul territorio fiorentino”.