VIDEO REPORTAGE/ Caos, zero controlli e spazzatura: la Litoranea è terra di nessuno


Viaggio in una qualsiasi domenica sera in via Litoranea, punto nevralgico di Torre del Greco nel periodo estivo.

Torre del Greco, la Litoranea abbandonata

Un lungomare al centro del golfo di Napoli, uno dei più lunghi della Campania: la Litoranea potrebbe essere la “perla” su quel gioiello chiamato Torre del Greco, sempre sul trampolino di un rilancio turistico. Ma se il centro cittadino combatte costantemente con tutti i problemi delle grandi città, il lungomare se la passa decisamente peggio: sembra quasi che qui non si combatta nemmeno più.

Dagli anni d’oro dei “villeggianti” che apprezzavano la costa per la sabbia vulcanica, passando per la speculazione edilizia e vari tentativi di recupero mai supportati da una reale programmazione sulla zona, l’unica buona notizia è che la parabola discendente della litoranea torrese pare aver toccato il fondo: ora si può solo migliorare.

La speranza, poi, risiede anche negli 8,5 milioni di euro di fondi PNRR che l’amministrazione Palomba, in extremis, riuscì a far approdare sulle coste della città del corallo grazie ad un importante progetto che potrebbe fare da moltiplicatore per il rilancio economico del quartiere mare e, di conseguenza, di tutta la città.

Ma, per ora, non un centesimo si è mosso e non si vede alcun principio d’intervento, né cantieri aperti. La rigenerazione del waterfront presentata da Vincenzo De Luca, che potrebbe cambiare radicalmente il volto del lungomare vesuviano, resta un bellissimo miraggio.

Rifiuti, sporcizia, escrementi: una bomba ecologica

Nel frattempo, in Litoranea manca tutto ciò che serve per la vivibilità ordinaria: figuriamoci per il turismo. Mentre scriviamo, agli inizi di luglio, non risulta alcuna programmazione di eventi. Zero. Le uniche iniziative sono affidate ai privati, agli stabilimenti balneari, e molto raramente (e poco coraggiosamente) escono dalla cerchia del karaoke e dei cantanti neomelodici.

Basta una passeggiata domenicale per rendersene conto: ciò che salta all’occhio, in primis, è la situazione rifiuti. Fotogrammi di quella che appare quasi una “bomba” sanitaria: i rifiuti, di ogni genere, sono ovunque. Moltissimi quelli depositati da cittadini incivili: fuori orario, fuori dai cassonetti, lontani dagli spazi consentiti.

Bisogna stare attenti a guardare troppo uno dei panorami più belli del mondo: ci si potrebbe distrarre e pestare facilmente escrementi di animali. Tantissimi i residui di cibo, cartoni di pizza, pannocchie morsicate, lattine e bottiglie abbandonate. Segni di un’attività “turistica” che attraversa la zona come un tornado, senza regole né buonsenso.

Il quadro igienico da favelas è un ottimo banchetto per gli insetti: le formiche aggrediscono i rifiuti abbandonati proprio nei pressi delle panchine dove adulti e bambini vanno a sedersi. Ma tanti testimoni riferiscono la costante presenza di blatte ed altri animaletti poco simpatici.

Chiudono bar e ristoranti: fritti e pannocchie sugli spazi pubblici

Il livello turistico della Litoranea soffre una costante discesa: molti ristoranti e bar, negli anni, hanno chiuso le serrande. Contemporaneamente, si sono moltiplicate le attività di vendita ambulante di panini, pannocchie, fritti, snack e bibite. Qualcuno si è spinto anche a vendere le cozze su strada.

Buona parte delle attività storiche e tante di quelle ambulanti combattono il declino con pratiche ai limiti delle regole, se non oltre: in alcuni tratti, il suolo pubblico è stato assegnato a bar e ristoranti “stringendo” lo spazio a disposizione di chi vuole semplicemente passeggiare.

Non è dato sapere chi sia in regola con l’occupazione di suolo pubblico e chi invece si sia spinto “oltre”: ma, passeggiando, si ha l’impressione che chiunque possa prendere vecchie sedie e tavolini di plastica consunti, senza alcuna linea estetica, e piazzarli dove vuole. Sul marciapiede, sulla strada, lato mare, lato monte, nella più totale “autogestione”.

Zero controlli, la Litoranea è “autogestita”

I controlli, se non sono pari a zero, poco ci manca: in due ore di “osservazione” non è passato nessun agente di nessuna delle forze dell’ordine. Soltanto a tarda sera un’auto della polizia si sofferma fuori ad un locale dove si era affollata una grande quantità di ragazzi e ragazze.

Pericolosi slalom dei camerieri tra le auto

Una consuetudine, invece, la pericolosa condotta di alcuni esercizi di somministrazione che dispongono di dehors lato mare e di negozio lato monte: i camerieri, per lo più giovanissimi, sono costretti a fare slalom tra auto e motorini, in condizioni di scarsa visibilità.

Attraversano fuori dalle strisce pedonali, con piatti e bicchieri in mano, continuamente. Il paradosso è che le loro “uniformi” sono scure: maglia, grembiule e pantalone neri. Con il calare del sole e la poca illuminazione, il pericolo appare evidente.

Regole e controlli alla movida: altrove funzionano

Può chiamarsi turismo, può chiamarsi “movida”: certo si tratta di attività che muovono l’economia in una martoriata città. Guai se non ci fosse nemmeno questo: ma non si può prescindere dal rispetto dell’ambiente, delle regole, del buon senso e delle persone.

Servono controlli, serve la presenza delle istituzioni ed una programmazione che dia alla Litoranea di Torre del Greco una funzione precisa all’interno di un quadro cittadino organico. Manca l’ordinario e non c’è più tempo perché le città vicine viaggiano a velocità doppia, se non tripla.

Altrimenti si corre un concreto rischio di stagnazione, del quale i sintomi sono abbastanza evidenti: una Litoranea che non sceglie più nessuno ma che viene affollata solo dal crescente numero di chi non può permettersi niente di meglio.

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