Sarà assegnato alla poetessa e saggista Antonella Anedda il prestigioso Premio leopardiano “La Ginestra”: la cerimonia a settembre nella bellissima villa a Torre del Greco.
La XVII Edizione del Premio nazionale letterario leopardiano “La Ginestra” che si terrà giovedì 12 settembre 2024 negli spazi della Villa delle Ginestre a Torre del Greco quest’anno sarà assegnato ad Antonella Anedda.
La serata di premiazione prenderà il via alle ore 19.30 negli spazi della monumentale residenza torrese che accolse Giacomo Leopardi nell’ultima stagione della sua vita. Il premio – che lo scorso anno è stato assegnato al Maestro Michelangelo Pistoletto –vuole testimoniare la fecondità della prospettiva con cui Antonella Anedda interpreta l’avventura intellettuale e poetica di Giacomo Leopardi.
Villa delle Ginestre, nell’evocazione di Anedda, può diventare anche il simbolo della vita che non soccombe al male e lascia la traccia di una humanitas da difendere contro tutto. La saggista e poetessa Antonella Anedda-Angioy è nata a Roma da una famiglia di origine sarda. Laureata in Storia dell’Arte Moderna, insegna lingua francese presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Arezzo.
Nel corso degli anni, ha collaborato con riviste e giornali quali Il Manifesto, Linea d’ombra, Nuovi Argomenti, Poesia e ricevuto prestigiosi riconoscimenti letterari: nel 2000 le è stato conferito il Premio Eugenio Montale e nel 2007 il Premio Napoli – Libro dell’Anno.
La Anedda è testimone di una delle espressioni più originali della poesia italiana contemporanea. I versi e le prose che compongono la sua opera danno voce, immagine, memoria a situazioni essenziali dell’anima moderna. Assumono le ferite che ogni storia e ogni esistenza portano con sé e le danno forma attraverso suoni, parole, espressione.
Uno degli ultimi libri di Anedda evoca nel titolo stesso il legame con il poeta recanatese: “Le piante di Darwin e i topi di Leopardi” del 2022. Lo scienziato dell’Origine della Specie e il poeta della Ginestra ma anche dei Nuovi credenti e dei Paralipomeni della Batrachiomachiastanno insieme.
Li avvicina “l’atteggiamento antiantropocentrico”, proprio del ”Leopardi meno codificato, il più contraddittorio e proprio per questo aperto al dubbio, materialista, pessimista ma solidale, ironico ma pietoso”. Il “rifiuto dell’arroganza, la possibilità di trasformarsi proprio nell’errore, la compassione come elemento potenzialmente evolutivo sono le terre contigue” in cui gli autori si incontrano e dialogano.
Non è irrilevante che in un passo di un’altra sua opera, Geografie(2021), Antonella Anedda ricordi precisamente questo spazio, Villa delle Ginestre, e ne faccia un simbolo di incanto, sopravvissuto dentro il tempo avvelenato che è il nostro: “avevamo visitato la villa vicino a Napoli dove Leopardi aveva abitato. Da un balcone laterale si potevano quasi toccare le ginestre e le zolle sulfuree del Vesuvio. I giardini con i limoni delle ville erano finiti, finite le case.
L’ingresso era uno spiazzo marrone con un coperchio di freddo, ma era un dicembre mite e i custodi due uomini e una ragazza, dopo aver staccato i biglietti, sostavano sotto un sole abbastanza tiepido da scaldare, ma velato. (Forse, ma chi può dirlo? uno di loro osservava quanto diversi siano i verdi di un albero e un cespuglio, come il cielo si scaldi dal celeste a un’aria più fonda azzurro cupo, il grido di un uccello, il rumore di una macchina lontana.). “Tanta bellezza e non troppo lontano un uomo sgozza un altro uomo, crede ci sia qualcosa da insegnare alla terra su cui sputa”.