16 luglio, un anno fa il crollo della palazzina a Corso Umberto: ricordo di una domenica maledetta

Palazzo crollato al centro di Torre del Greco


Il crollo della palazzina di Corso Umberto I a Torre del Greco, esattamente un anno fa: una ferita nel cuore della città che ha cambiato la vita di tante famiglie.

Un anno fa il crollo della palazzina a Corso Umberto

Era una caldissima domenica di luglio, giorno 16. Il giorno della Madonna del Carmine, per la quale erano pronte feste e luminarie a pochi metri. Il giorno in cui tante famiglie torresi vanno al mare.

Sono passate da poco le 11 di mattina quando un boato terrorizza il rione San Gaetano, nel pieno centro cittadino. Poi una grande nuvola di polvere, urla, disperazione: è caduto un palazzo. Da quel momento, per la città e per decine di famiglie, è cambiato tutto.

“È caduto un palazzo”, le prime drammatiche ore

I primi minuti, le prime ore, sono le più drammatiche: tante persone che vivono nella zona accorrono sul punto del crollo, al civico 59. Si comincia a scavare a mani nude, prima ancora dell’arrivo dei soccorsi.

Si fa la conta dei residenti: chi c’era nella palazzina al momento del crollo? Ci sono bambini lì sotto? Sono due le persone estratte vive, a mani nude, dalle macerie. Ma non erano le uniche in quella maledetta palazzina. Dopo un’ora un’altra persona viene tirata fuori, completamente ricoperta di polvere, calcinacci e sangue.

Crollo a Torre del Greco del 16 luglio 2023

Arrivano mezzi di soccorso e forze dell’ordine: ma corso Umberto è una strada stretta, il traffico è interrotto e l’intasamento dei veicoli rischia di peggiorare la situazione. Arriva un’escavatrice, non senza difficoltà: ma è impossibile intervenire senza la certezza che sotto quella montagna di pietre non ci siano altri esseri umani.

Ci vorrà tempo, si capisce. Piazza Luigi Palomba viene chiusa al traffico: altro che festa della Madonna, sotto le luminarie e gli striscioni azzurri per lo scudetto del Napoli si allestisce un campo base di protezione civile e vigili del fuoco. Resterà lì per settimane.

Non ci sono vittime, si grida al “miracolo”

Si presume che il crollo possa aver causato una fuga di gas. Vengono interrotte le forniture elettriche nella zona. Il punto del crollo viene isolato ed interdetto. Intanto arrivano altre persone: chi ha parenti, genitori, amici in quella che era una palazzina del centro storico. Gli stessi residenti, tornati in preda al terrore in tutta fretta dal mare: il terrore di aver perso tutto che si sta drammaticamente concretizzando davanti ai loro occhi.

Una strada che brulicava di vita, di traffico, di voci. Ora sono urla concitate, paura e consapevolezza che non sarà più nulla come prima. Con il passare delle ore si apprende la prima buona notizia: non ci sono vittime. Non c’è più nessuno sotto quelle macerie. “Ringraziamm’ a Dio, ‘a Maronn’ r”o Carmine ha fatt’ ‘o miracolo ‘o juorno r”a festa soja”.

Quella “maledetta” domenica: 16 luglio 2023

Si fanno le 13. Ora di pranzo, solitamente a quell’ora il centro si svuota. Quel giorno no. Chi invece è a tavola riesce a vedere Torre del Greco in apertura di tutti i TG nazionali. La Rai, Mediaset, e tutti gli altri. Sui social, le immagini hanno già fatto il giro del mondo da ore. VesuvioLive.it è in diretta da pochi minuti dopo il crollo, con appelli a non intasare il centro, a non creare panico. Con le richieste dei beni di prima necessità: medicinali salvavita, prodotti per bambini.

Alle persone che vedono la loro casa sbriciolata si aggiungono quelli rimasti isolati. Quelli di vico Pizza: mezza Torre non sapeva nemmeno che esistesse una strada dal nome così buffo. Ed eccola lì, in diretta a reti unificate. Ma ci sono anche quelli dell’ala della palazzina rimasta in piedi. E quelli dei palazzi attorno, sui quali bisogna ora fare dei controlli.

Psicosi crolli dopo la palazzina di Corso Umberto

I controlli, appunto. Nelle settimane successive scatta una vera psicosi collettiva, dai risvolti grotteschi e non per forza negativi. Tutti prendono improvvisamente coscienza del pericolo causato da crepe, lesioni, infiltrazioni. Ogni minimo segnale di pericolo è attenzionato, la tutela non è mai troppa.

Saranno circa una decina i palazzi del centro successivamente sfollati nel giro di pochi mesi. Tanti piccoli condomini accelerano i tempi per i lavori di ristrutturazione, per le necessarie verifiche: la zona storica di Torre del Greco è, in buona parte, un nugolo di palazzine storiche di oltre 100 anni fa, costruite su ripetute colate laviche. Sulle vecchie case ne sono spuntate fuori altre, più o meno legittimamente.

crollo palazzo torre del greco sindaco luigi mennella

Il sindaco Luigi Mennella sul luogo del crollo della palazzina a Torre del Greco

Sono circa 300, nel periodo di picco massimo, le persone sfollate tra alberghi e sistemazioni di fortuna. Si aprono anche le palestre delle scuole per ospitare i “senzatetto”, come nei peggiori ricordi degli anni post terremoto.

Un anno dopo, l’inchiesta è in corso

Oggi è passato un anno da quella maledetta domenica. Corso Umberto è ancora chiusa al traffico. Una “testuggine” fatta di travi e tubi innocenti protegge il passaggio pedonale. La zona è diventata un grande cortile, un parcheggio, spesso – purtroppo – una discarica illegale.

Attorno alle macerie hanno fatto l’albero, a Natale, ed il “quinto altare” per la festa torrese che torna dopo 16 anni. Ironia malinconica. La tragedia di quel giorno è diventata materia per magistrati ed avvocati, periti e giudici che decideranno perché l’ala della palazzina è crollata, se la colpa è di qualcuno e di chi.

Tra gli accusati ci sono alcuni di coloro che, quella mattina, hanno visto andare a pezzi una parte del loro mondo. Il proprio nido, la cassaforte dei loro ricordi che pareva eterna. Al di là di qualsiasi eventuale responsabilità legale che gli organi competenti dovessero accertare, resta incancellabile il dramma personale che è poi diventato collettivo.

Corso Umberto, un anno dopo è ancora un cantiere aperto

Crollo della palazzina a Corso Umberto: il “mezzo miracolo” torrese

Ciò che nessun tribunale accerterà mai e che invece ciascun torrese, in cuor suo, ha già stabilito da 365 giorni è a chi dare il merito di ricordare quel giorno senza listarlo a lutto, senza manifesti e funerali, senza lapidi a memoria. Un palazzo crollato, nessun morto oltre all’agonizzante quartiere.

È stata la Madonna del Carmine che si festeggia pure oggi? Oppure il caso? Quella domenica di sole e calore che ha buttato tutti giù dal letto, di buon ora, per farsi il bagno al mare? Oppure ancora quella gente che è scesa in pantaloncino e ciabatte per scavare a mani nude rischiando la propria vita, senza pensarci mezza volta?

Forse la combinazione di tutto ciò. Forse non è stato evento prodigioso, ultraterreno. Ma definirlo, almeno, un “mezzo miracolo” di sicuro non offenderà nessuno.

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