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Rete4 all’ASL NA3 Sud, la protesta di una mamma si trasforma nell’ennesimo “SputtaNapoli”

Le telecamere del programma “Fuori dal coro” di Rete4 entrano nel presidio “Bottazzi”, sede dell’ASL NA3 Sud a Torre del Greco per risolvere il problema di una mamma alle prese con le liste d’attesa bibliche per curare il figlio affetto da un grave disturbo dello sviluppo: ma il servizio diventa una nuova occasione per far passare i napoletani come i soliti “bevitori di caffè”.

Le telecamere di Rete4 all’ASL NA 3 Sud

Un bambino di soli 3 anni affetto da un grave ritardo dello sviluppo cognitivo ha bisogno di cure specialistiche: purtroppo le liste d’attesa per le terapie nelle strutture pubbliche dell’ASL NA3 Sud di riferimento sono lunghissime e la madre scrive alla redazione di “Fuori dal coro”, programma di Rete4 condotto da Mario Giordano, per avere una mano e risolvere la situazione.

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Il disservizio è confermato dalle telecamere Mediaset che entrano in diversi centri riabilitativi del territorio per cercare di prenotare le terapie: 5 volte a settimana, secondo il piano redatto dalla stessa ASL, che dovrebbero aiutare il piccolo a cominciare a parlare ed avere una vita normale per un bambino della sua età.

Tre anni per una terapia urgente: se paghi, la fai subito

Un disagio comune a tante famiglie: in uno dei centri consultati, il piccolo si trova al posto 271 della lista d’attesa. Quasi 3 anni è il tempo che dovrebbe attendere per cominciare delle terapie che avrebbero effetto solo se fatte nell’immediato, quando il bambino è ancora piccolo.

Lo scandalo vero è che questo problema – come tanti altri – affligge solo chi non può permettersi terapie private: per quelle non ci sono liste d’attesa, basta pagare 40 euro a seduta. Significa che per rispettare il piano terapeutico di 5 sedute settimanali il costo da sostenere sarebbe di 200 euro a settimana, 800 al mese. Insostenibile, per tanti.

Dalla protesta allo “sputtanapoli”

Ma la sacrosanta protesta di una madre contro liste d’attesa, scarsità di risorse per la salute pubblica, il continuo “spettro” dell’assistenza privata e quel senso di ingiustizia ed abbandono che ne conseguono si trasformano, per la rete Mediaset, in una ghiotta occasione per alimentare i soliti stereotipi e pregiudizi.

La giornalista si presenta infatti alla sede dell’ASL NA 3 Sud a Torre del Greco, presso il presidio “Bottazzi”, per parlare con il direttore del dipartimento di salute mentale, dott. Saviano. Stando ad alcune fonti interne riservate e da confermare, la giornalista si sarebbe presentata dicendo di avere un appuntamento che in realtà non aveva preso.

Nell’attesa del direttore, alla giornalista viene più volte offerto un caffè da parte di una guardia giurata: guardando lo “stile” con cui è stato confezionato il servizio pare che a Mediaset non aspettassero altro per dipingere il solito quadro dei napoletani fannulloni attaccati alla macchinetta. Con tanto di canzone in sottofondo “‘Na tazzulella ‘e cafè” di Pino Daniele.

Fondi scarsi, disuguaglianze, strutture fatiscenti: ma la colpa è del caffè

Quasi come se il gravissimo disservizio che colpisce le famiglie di questi bambini dipendesse dal caffè e non da ben più atavici problemi di carattere generale ed addirittura storico, con una sanità costantemente in ginocchio, fondi scarsissimi e un’attenzione sempre troppo scarsa al benessere mentale dei cittadini. Oltre che ad una costante “forbice” che vede le strutture meridionali sempre più bistrattate e sottopotenziate rispetto a quelle situate ad altre latitudini.

Problemi che lo stesso direttore prova “diplomaticamente” a spiegare, incalzato dalla giornalista. Ovviamente il problema non è stato minimamente risolto: stamattina una madre combatterà ancora per la salute di suo figlio, facendo due lavori, immensi sacrifici e giri di trottola tra strutture sanitarie insufficienti.

Invece, una TV nazionale avrà realizzato il suo servizio “sensazionalistico” buttando nel ridicolo l’immagine di tanti che, quotidianamente, lottano in prima linea in realtà sempre più complicate, scegliendo di restare in trincea quando sarebbe più facile partire verso le “impeccabili” strutture del nord.

Restare qui per cercare di risolvere gli stessi problemi di cui sopra, pur se non causati da loro: e beccarsi un “insulto mediatico” da parte di una rete che, tra l’altro, risponde a ben noti padroni certamente – per gli ampi trascorsi politici e gli attuali legami – non avulsi da responsabilità nei confronti della situazione. Mentre in prima serata passa l’ennesimo “SputtaNapoli”: e la colpa, come sempre, è di quelli che prendono il caffè.

Sono nato mentre il Napoli vinceva il suo primo scudetto. Un "odi et amo" con questa terra, lungo una vita intera. Foto, videomaker, scrittura: do ossigeno a tutti i mezzi che mi consentono di raccontare la realtà, la mia realtà. Per i social sono #ilmennyquoditiano