L’onda Pride colora Torre: flash mob e lacrime per Ciro. La diretta vista da 150 mila persone

Vesuvio Pride a Torre del Greco


Si è svolto nel segno di Ciro Perna il primo Pride a Torre del Greco: diverse migliaia di persone presenti al corteo, la diretta streaming di Vesuviolive.it seguita da 150 mila persone.

Pride a Torre del Greco nel segno di Ciro

Il tempo incerto fino all’ultimo ha “battezzato” con alcune gocce di pioggia il primo Pride della storia a Torre del Greco, cadendo durante la partenza del corteo da piazza Santa Croce e, probabilmente, scoraggiando più di qualcuno che aveva intenzione di prendere parte all’evento.

Sono stati comunque diverse migliaia i partecipanti che hanno attraversato le vie del centro cittadino dietro al carro arcobaleno: l’onda Pride ha invaso la città del corallo in un pomeriggio dedicato non soltanto all’orgoglio LGBTQIA+ ma ad ogni tipo di discriminazione, bullismo, pregiudizio di genere. Il tema scelto per la manifestazione è stata la scuola: una scelta avvenuta ben prima che la città fosse sconvolta dalla tragica morte di Ciro all’Istituto Pantaleo.

Il Pride è stato trasmesso in diretta streaming sulle pagine social di Vesuviolive.it: una produzione che ha fatto contare circa 150 mila visualizzazioni, trascinando così l’evento ben oltre i confini cittadini e spronando alla riflessione anche gli scettici sul tema dei diritti civili.

Flash mob per il 16enne: “Sarebbe stato qui con noi”

Un Pride che è stato segnato fin dall’inizio dal ricordo del giovane torrese come hanno sottolineato, in apertura, quasi all’unisono Antonello Sannino, presidente di Antinoo Arcigay Napoli, Michele Polese vicesindaco di Torre del Greco e Loredana Raia, vicepresidente del Consiglio Regionale della Campania. In particolare, il presidente Sannino ha ricordato: “Non si può morire a 16 anni a scuola. Ciro era molto vicino alla comunità LGBTQIA+, lo dichiarava anche sui suoi profili social: probabilmente sarebbe stato in prima fila oggi con noi.

Il corteo è partito in silenzio, percorrendo senza musica il primo tratto di via Salvator Noto. Poi la festa, i balli e i suoni che hanno espresso tutto il grido di protesta del popolo non binary: ma tantissimi anche gli etero, coppie e famiglie, a sostenere il pomeriggio dei diritti a Torre del Greco.

Negli ultimi metri del corteo ancora lacrime e commozione per Ciro, con il flash mob sulla salita della “Ripa” in via Comizi con la “fiaccolata 2.0”: le luci dei cellulari accese mentre i manifestanti  procedevano lenti sulle note di Elton John.

La scuola al centro del Pride di Torre del Greco

Tra gli ospiti presenti alla manifestazione il “madrino” Vanni Piccolo, storico attivista LGBTQIA+, etichettato in passato come “il preside gay”: il tema della scuola è stato al centro anche dei discorsi conclusivi dello stesso Piccolo e dell’astrofisica Clementina Sasso, attiva contro i pregiudizi di genere nelle scuole.

pride torre greco 2

Il Pride nelle strade di Torre del Greco

Intervenuti, in chiusura, anche i rappresentanti delle associazioni che hanno contribuito all’organizzazione del Vesuvio Pride: in particolare Danilo Di Leo, presidente di “Vesuvio Pride Rainbow”, la cui sede è stata inaugurata venerdì scorso nei locali di Officina Cimaglia, bene confiscato alla camorra che ospiterà anche Radio Pride.

Cecchi Paone: “Nei piccoli centri troppe sacche di ignoranza ed intolleranza”

Tra gli ospiti anche l’On. Monica Cirinnà, promotrice dell’attuale legge sulle unioni di fatto, il regista Ivan Cotroneo, Francesca Pascale ed il giornalista Sandro Ruotolo. Un calore particolare anche per Alessandro Cecchi Paone, noto volto televisivo, che ai microfoni di Vesuviolive.it ha dichiarato: “Dopo 20 anni di Pride nelle grandi città ora dobbiamo insistere nei piccoli paesi dove sono più presenti delle sacche di resistenza ai cambiamenti, dovute ad ignoranza o ad intolleranza”.

E prosegue:  “A chi dice che noi abbiamo già gli stessi diritti delle persone eterosessuali dico che ieri la Thailandia ha approvato il matrimonio egualitario, io invece sono unito civilmente con il mio compagno che non posso chiamare marito e del quale non posso adottare la figlia. Chi dice che queste manifestazioni sono soltanto una carnevalata o è un omofobo interiorizzato oppure è omofobo, punto e basta, e non dovrebbe avere diritto di cittadinanza nei paesi civili”.

 

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