Un sit-in informativo organizzato dal sindacato autonomo ORSA Marittimi fuori gli uffici della cassa marittima di Torre del Greco per evidenziare i disagi che l’intero comparto sta vivendo, soprattutto dopo i recenti provvedimenti del governo.
Taglio dell’indennità di cassa marittima, tutela del diritto al lavoro, parità di salario rispetto ai lavoratori non italiani: questi sono solo tre dei punti più importanti sui quali il sindacato ORSA Marittimi ha indetto un presidio informativo di tre giorni fuori agli uffici della cassa marittima di via Cesare Battisti a Torre del Greco.
Una scelta, quella degli uffici USMAF SASN della città che vanta il secondo comparto marittimo nazionale, riaperti il 31 luglio scorso dopo 12 anni, che non arriva a caso: l’intento, come spiega il segretario nazionale ORSA Marittimi Gennaro Bottiglieri al sito “Marittimi e Navi”, voluta per intercettare il maggior numero di lavoratori e sensibilizzare una platea quanto più ampia possibile sulla necessità di unire la voce contro i disagi che affliggono i lavoratori del mare.
“I lavoratori marittimi hanno diritti specifici in materia di salute e sicurezza sul lavoro. La normativa italiana prevede diverse disposizioni per garantire la protezione dei lavoratori in questo settore e non fa nessuna distinzione tra personale precario e chi ha un rapporto continuativo di lavoro”, spiega Bottiglieri.
“Un presidio che vuole informare sui tanti diritti che una volta aveva il lavoratore marittimo ma che, con circolari ritenute assurde dal sindacato autonomo e forse non a norma, hanno penalizzato il marittimo anche in termini di diritto alla salute, rendendo ancora più precario il poter vivere per chi è in malattia, con decurtazioni gravi”, ha dichiarato il segretario regionale della Campania ORSA marittimi, Raffaele Palomba.
Agli inizi del 2024, i marittimi avevano già sollevato la problematica del taglio di indennità di malattia previsto dal governo centrale agli enti locali, tra cui proprio il comune di Torre del Greco. La cifra attualmente spettante, secondo quanto dichiarato dal sindacato, è assolutamente insufficiente per garantire il diritto alla salute dei lavoratori di una categoria che, a tutt’oggi, nonostante i grandi sacrifici è ancora esclusa dal riconoscimento di lavoro usurante.