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Chiesa di S.Anna, dopo i lavori l’impegno di Sammarco “Ora riscopriamo l’edicola sotterranea”

La chiesa torrese dedicata a S.Anna rinasce anche grazie all’impegno dello studio Sammarco Consulenza: “Importante riscoprire i tesori della nostra città”.

Nuova vita alla chiesa di S.Anna, l’impegno di Sammarco Consulenza

Dopo i lunghi lavori di ristrutturazione della chiesa di S.Maria del Principio a Torre del Greco, nota a tutti i cittadini come la “chiesa abbascio Sant’Anna“, lo scorso luglio lo storico luogo sacro ai torresi ha festeggiato la sua “nuova vita” con un’importante celebrazione eucaristica alla quale ha preso parte anche mons. Domenico Battaglia, vescovo di Napoli.

A rendere possibile il restauro della struttura l’importante supporto professionale – e non solo – del dott. Luigi Sammarco, consulente creditizio con 40 anni di esperienza nel settore ma soprattutto con una particolare sensibilità ai temi civici e sociali. Un aiuto concreto, testimoniato dal riconoscimento scritto ricevuto da parte della parrocchia e dai ringraziamenti del parroco, don Luigi Magliulo.

Torre e S.Anna, un legame particolare: il prodigio delle “fiammelle”

Una fede molto forte lega i torresi alla figura di Sant’Anna ed alla parrocchia di S.Maria del Principio, legata ad una storia particolare: nel 1794 l’allora chiesetta fu completamente sepolta dall’eruzione del Vesuvio. Ma chi si recava sul posto vedeva alzarsi dalla lava solidificata delle “fiammelle” di colore azzurro: probabilmente si trattava di esalazioni sulfuree ma i fedeli lessero quegli eventi come il segnale della presenza della Madonna.

Luigi Sammarco nella cappella sotto la chiesa, risparmiata dalla lava

Sotto la spinta di San Vincenzo Romano, cominciarono gli scavi sotto la roccia e si scoprì che l’edicola votiva raffigurante la Madonna del Principio era stata incredibilmente risparmiata dalla lava: un evento che i torresi reputarono “miracoloso”. Per far conoscere questa storia, Sammarco ha promosso e finanziato degli studi specifici, recuperando alcuni scritti del rev. Vincenzo Di Donna: da questi è stata poi riprodotta una brochure informativa con tanto di grafiche riportanti l’originario aspetto della struttura, la posizione prospiciente al mare (oggi, la struttura dista dalla linea di costa circa 300 metri per effetto dell’allungamento seguito proprio alle eruzioni vesuviane), e l’orientamento dell’epoca che vedeva la facciata dell’edificio rivolta verso il golfo di Napoli e non verso sud-est come oggi.

Il prodigio dei marinai pugliesi

Tra le bellissime storie recuperate attraverso gli studi promossi da Luigi Sammarco anche quella di un altro evento prodigioso attribuito alla Madonna del Principio: è infatti emerso che circa a metà del 1400 dopo una forte tempesta gli abitanti dei luoghi vicini alla chiesetta rinvennero una barca capovolta con all’interno i corpi di 5 marinai ormai senza speranze di vita. 

Portarono quindi questi corpi all’interno della chiesa, al cospetto della Madonna, affinché li accompagnasse nel loro ultimo viaggio: ma dopo 5 giorni gli sventurati marinai si risvegliarono prodigiosamente, attribuendo la loro “risurrezione” ad una grazia della Vergine. Si scoprì quindi che i 5 marinai erano originari del foggiano, dove si diressero per fare rientro a casa raccontando ai compaesani lo straordinario evento.

Dopo quasi 2 secoli, a Torre del Greco sarebbero poi giunti i discendenti di quei marinai: erano in pellegrinaggio per sciogliere un voto fatto a quella Madonna vicina al mare, e per chiedere di nuovo il suo intervento per salvarli, stavolta, da una terribile siccità che stava mettendo a rischio la loro sopravvivenza nelle Puglie.

Le testimonianze tramandate e poi recuperate da Sammarco, narrano che dopo giorni di preghiere ed invocazioni, arrivò la notizia che in quelle terre stava piovendo e che quindi i raccolti erano salvi, e con essi tante vite umane: incredibile fu la gioia dei pugliesi che attribuirono nuovamente il fatto all’azione prodigiosa della Vergine.

Sammarco per il sociale: il recupero della “tunica” prodigiosa

Accadde però, stando agli scritti, che stranamente i pellegrini non riuscirono a riportare indietro con sé un crocifisso che li aveva accompagnati nel pellegrinaggio, il quale sarebbe diventato incredibilmente pesante. L’icona aveva addosso una tunica, successivamente “sottratta” dai torresi che avevano ad essa attribuito un potere taumaturgico: avrebbe avuto, cioè, la possibilità di curare i malati.

Quindi la tunica sarebbe stata custodita dalle famiglie torresi, che la passarono di casa in casa, di ammalato in ammalato, invocando per essa la grazia divina. Fino all’eruzione del 1794 che distrusse completamente la città: da quel momento, per secoli non si sono più avute tracce dell’indumento.

Fino a qualche tempo fa: grazie ad una complessa ricerca ed al preziosissimo contributo di Sammarco, la tunica è stata recuperata, restaurata e messa in una teca per proteggerla dagli agenti esterni, ed è periodicamente visibile proprio nella rinnovata chiesa di S.Maria del Principio.

Luigi Sammarco con la tunica in mostra a Palazzo Baronale

Ma l’impegno di Luigi Sammarco non si ferma qui: “Ora dobbiamo lavorare per far conoscere il tesoro nascosto sotto terra, l’edicola che è stata prodigiosamente risparmiata dalla lava”, spiega Sammarco. “Molte persone, anche della zona, non conoscono questa storia: invece è importante farla scoprire anche ai tanti che vengono a visitare Torre del Greco”.

Il recupero della memoria e della storia di S.Maria del Principio comincia però già sul web: nelle prossime settimane, sulle pagine social di Vesuviolive.it, sarà pubblicato un video, diviso in puntate, con una visita guidata alla chiesa di S.Maria del Principio, ai suoi sotterranei con tanto di racconto del prodigio dei marinai e la storia della tunica.

A fare da Cicerone lo stesso dott. Sammarco che esporrà in prima persona i segreti di una delle chiese più amate dai torresi e più ricca di storie e tesori nascosti da far conoscere.

 

Sono nato mentre il Napoli vinceva il suo primo scudetto. Un "odi et amo" con questa terra, lungo una vita intera. Foto, videomaker, scrittura: do ossigeno a tutti i mezzi che mi consentono di raccontare la realtà, la mia realtà. Per i social sono #ilmennyquoditiano