Il dirigente della SS Turris Calcio Srl Riccardo Napolitano ha presentato le dimissioni per giusta causa. Una decisione sofferta ma resasi necessaria alla luce degli ultimi travagliati mesi fatti di contrasti con la società e di azioni subite volte al suo demansionamento.
Un percorso che era nato sotto i migliori auspici, quello del direttore tecnico. Napolitano arriva a metà luglio a Torre del Greco contestualmente all’avvicendamento della proprietà corallina, assieme al responsabile dell’area scouting Francesco Marseglia. Contribuisce in maniera determinante alla costituzione dell’attuale rosa, riuscendo nell’ardua impresa di abbassare il monte ingaggi da una cifra che si aggira attorno ai 2,6 milioni di euro alla soglia di 1 milione, manovra necessaria dopo l’annosa questione relativa alla fidejussione integrativa, che la Turris non è mai riuscita a presentare vista la mancanza di garanzie dovuta alla nota situazione debitoria.
I problemi tra Napolitano e la proprietà iniziano proprio nella caldissima estate vesuviana. Una situazione, quella del monte ingaggi, poco chiara fin dall’inizio anche tra gli stessi dirigenti. Il diktat di scendere al di sotto del totale stipendi di 1 milione di euro arriva nel bel mezzo del mercato: proprio lì la macchina creata da Capriola e Giardino inizia ad incepparsi.
A Napolitano viene chiesto di tenere una conferenza stampa il 24 agosto, alla vigilia della prima gara di campionato contro il Monopoli, nella quale spiega che la società ha presentato nei tempi corretti la fidejussione integrativa, e che bisogna solo attendere quelli tecnici essendo agosto un mese in cui alcuni funzionari di banche e uffici vari si trovano in ferie.
Una spiegazione chiaramente dettata dalla società, che però nasconde una verità sportivamente drammatica della quale lo stesso Napolitano non è a conoscenza. Nessuna fidejussione integrativa è stata in realtà presentata. Tutti i tentativi fatti per ottenerla erano andati a vuoto, data la situazione debitoria del club ereditata dalla vecchia gestione. Una macchia della quale l’oramai ex dirigente corallino si pente ancora. Un errore indotto da una narrazione non veritiera dei fatti alla quale anche lui come altri aveva creduto.
Napolitano intanto lavora per abbassare il monte ingaggi al di sotto della soglia utile ad evitare altri punti di penalizzazione nel caso in cui non dovesse arrivare in tempo la fidejussione. Ci riesce: la Turris, ad oggi, può giocare grazie alle sue manovre in entrata ed uscita.
Quella conferenza dura, diretta, a tratti polemica, con il passare del tempo inizia a diventare il manifesto di una serie di comportamenti controversi della società. Napolitano era stato strategicamente mandato alla berlina dai veri responsabili perché l’unico disposto a metterci la faccia.
Alla luce di quanto emerso in seguito, ancora oggi Riccardo si pente amaramente di aver prestato il fianco a quella manovra premeditata, come dichiarato all’interno della lettera scritta ai tifosi subito dopo le dimissioni. Il giorno dopo quella conferenza, la Turris addirittura emette un comunicato in cui racconta di “aver avviato per tempo le interlocuzioni con primario intermediario bancario nazionale per ottenere il rilascio della fideiussione integrativa richiesta dalla Lega pari al 40% dell’importo eccedente l’importo base con validità antecedente al 09/08/2024. Attualmente l’intermediario ha concluso l’istruttoria e si è in attesa del rilascio della fideiussione per depositarla in Lega”.
Da quel momento in poi, si avvia un’escalation di episodi controversi che porta a un muro contro muro tra tutti: società, dirigenti, tifoseria, stampa locale. Napolitano viene messo ai margini del progetto Turris assieme a Francesco Marseglia. La loro assenza inizia ad essere notata anche dai tifosi, abituati nelle prime partite stagionali a vederli a bordo campo assieme al resto dello staff.
Napolitano viene improvvisamente escluso dall’organigramma societario.La Turris pubblica un comunicato in cui si scusa con la piazza parlando di squadra costruita male, salvo poi smentire in numerose uscite successive, in cui si sottolinea come la rosa a disposizione di Mirko Conte sia forte ed in grado di raggiungere la salvezza.
Il 16 ottobre, intanto, il club lascia trapelare di aver rispettato le scadenze dei pagamenti di stipendi (luglio e agosto) e contributi (INPS e Irpef) e di aver così scongiurato un’ulteriore penalizzazione. Anche altri dirigenti, poi allontanati, confermeranno successivamente di aver avuto internamente la stessa notizia almeno fino al 18 ottobre.
Dopo qualche giorno emerge poi la verità: la società non ha pagato i contributi, andando così incontro ad un’altra penalizzazione certa di 4 punti. Nel comunicato FIGC si parla addirittura di dichiarazione falsa e vengono deferiti Antonio Piedepalumbo, Ciro Giardino e Simone Magliacano.
Il 30 ottobre la squadra e lo staff tecnico firmano un comunicato diretto ai tifosi in cui prendono pubblicamente le distanze dalla società, chiedendo alla piazza supporto e amore per la maglia.
Il 7 novembre viene diffuso tramite whatsapp un documento relativo ad azioni legali nei confronti della SS Turris Calcio Srl da parte di una società di cui Ettore Capriola è il presidente per mancati pagamenti. Il club dirama un comunicato in cui smentisce “la procedura avviata dal Creditore il quale, nella lettera, ha semplicemente indicato alla S.S. TURRIS CALCIO s.r.l. la facoltà della stessa di presentare un Piano di ristrutturazione del debito che, in ogni caso, era già stato deliberato dall’Assemblea dei soci della Turris tenutasi nel mese di agosto 2024. La società si è già attivata per la presentazione del Piano di ristrutturazione del debito che consentirà una sostanziale riduzione dei debiti iscritti a bilancio e darà benefici complessivi per la Turris tra cui una serena continuità aziendale anche in vista della possibile cessione di pacchetti di quote societarie. La diffusione del documento riservato costituisce un grave danno per la società e pertanto si invita e diffida a non diffondere il documento in parola. La società perseguirà nelle apposite sedi il soggetto che ha diffuso il documento riservato”.
Il 12 novembre la Turris annuncia il nuovo direttore sportivo: si tratta di Pietro Varriale, ex calciatore. Ettore Capriola, nei giorni precedenti, aveva rassicurato i tifosi in un incontro in cui aveva parlato di una figura di alto profilo e conclamata esperienza, nonché di avere due serie trattative in atto che, se non fossero andate in porto entro il 18 novembre, lo avrebbero portato due giorni dopo (il 20) a consegnare simbolicamente la società nelle mani del sindaco.
Al 21 novembre, oltre ad un comunicato in cui è stata annunciata una interlocuzione in stato avanzato con un gruppo internazionale, non è avvenuto nulla di tutto ciò. L’unica cosa certa è che dopo pochi mesi dall’inizio della stagione, la Turris ha ricevuto 5 punti di penalizzazione per non aver rispettato scadenze e pagamenti.
Una situazione debitoria che, se non dovesse essere risolta entro il 16 dicembre, data in cui andranno versati stipendi e contributi per un totale di circa 550 mila euro, porterà alla radiazione della squadra dal campionato di Serie C.
Il 21 novembre, Riccardo Napolitano annuncia le sue dimissioni.
Fidejussioni annunciate e mai sottoscritte, funzionari in ferie prolungate, dichiarazioni false, fughe di notizie controverse, mancati pagamenti, attacchi casuali a stampa e tifosi, comunicati di smentita vari, minacce di querele, figure dirigenziali che spariscono improvvisamente. Ad ottant’anni dalla propria nascita, la Turris e i suoi tifosi meritavano decisamente qualcosa di diverso. Senza timore di smentita.