“Se riesco cambio i crediti, pago e vado via”: i motivi per cui i tifosi non gli credono più
Dic 11, 2024 - Stefano Esposito
Un incontro non programmato avvenuto, nel pomeriggio di ieri, allo stadio Amerigo Liguori tra Ettore Capriola ed una delegazione di tifosi corallini ha acceso l’ennesimo dibattito in città. Il rappresentante legale della Sport and Leisure Srl, proprietaria del club, avrebbe raccontato loro di essere pronto in queste ore tribolate a sistemare le pendenze economiche a patto di riuscire a convertire i famigerati crediti d’imposta di cui è in possesso, per poi farsi da parte e lasciare la gestione nelle mani dell’ex presidente Antonio Colantonio.
TURRIS Capriola, “Se riesco cambio i crediti, pago e vado via”: i motivi per cui i tifosi non gli credono più
Una promessa, l’ennesima, che visti i precedenti ha tutte le carte in regola per essere considerato l’ultimo, grande bluff messo sul tavolo di una partita di poker giocata malissimo. Abbiamo provato a riassumere in tre quesiti tutti i dubbi principali che questa conversazione informale ha suscitato.
La prima domanda che sorge spontanea è perché Capriola dovrebbe sanare debiti per oltre 550 mila euro, riportando così definitivamente sulla corsia corretta quello che per sua stessa definizione doveva essere un ‘progetto triennale‘, per poi mollarlo perdendo definitivamente possibilità di rientrare nel proprio ‘investimento‘, ad oggi ancora difficilmente quantificabile.
La seconda: cosa spingerebbe l’imprenditore edile, che non ha mai nascosto di aver rilevato la Turris con l’unico scopo di fare business, a cestinare più di mezzo milione oltre a quanto già speso (?), quando basterebbe aspettare il 16 dicembre per andar via senza cacciare più nulla?
Ma la domanda che ha arrovellato le menti esasperate dei supporters torresi è: se il patrimonio a sua disposizione è stato fin dall’inizio vincolato alla conversione dei crediti di cui sopra, a quanto pare ben più complicata di quanto si credeva per il semplice motivo che bisogna trovare una o più persone giuridiche che abbiano la disponibilità per acquisirli e tramutarli in liquidità, perché non muoversi per tempo con gli stessi ben prima di comprare la Turris, per comprendere l’effettiva fattibilità dell’operazione?
Che senso ha mettersi un’intera città contro con la consapevolezza di andare a sbattere contro la certezza di un fallimento imprenditoriale? Per amore di una squadra per cui non si è mai tifato?
Tre domande, forse sei. Forse cinquecentocinquanta mila. Risposte, per ora, zero. Rimane purtroppo la stessa drammatica, unica certezza: il 16 dicembre per la Turris sarà vita o morte.