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Otto ore tra folla, fede ed amore: Torre del Greco riabbraccia l’Immacolata

L’Immacolata al rientro in Basilica, con le luci della sera

Grandissima partecipazione alla processione dell’Immacolata di Torre del Greco tenutasi ieri 15 dicembre: un lungo abbraccio tra la città e la sua protettrice.

Nubi, gocce di pioggia e poi il sole: Torre in festa per l’Immacolata

Mancavano poche decine di minuti alle ore 10 quando a piazza Santa Croce il cielo sereno della prima mattinata è stato completamente ricoperto dalle nubi.

Tanto che lo spazio transennato davanti alla chiesa era sì affollato, ma non gremito come al solito: molti avranno alzato gli occhi al cielo, sfiduciati, pensando ad un secondo rinvio della festa e la stessa cosa hanno pensato tanti dei fedeli già presenti in piazza al cadere di alcune gocce di pioggia.

Allo scoccare delle 10, sul sagrato non si scorgeva ancora la sagoma del carro mentre la piazza improvvisamente si affollava al ritorno dei timidi raggi di sole: le ultime direttive di sicurezza atte a scongiurare qualsiasi pericolo prima di quei tre inconfondibili trilli di campanello.

Poi, a Torre del Greco, è esplosa la primavera a dicembre. Non c’è più una nuvola in cielo, 20 gradi in mattinata, 30 percepiti, 100 battiti al minuto nel cuore dei torresi, mille lacrime di commozione. È l’Immacolata, sulo chi è turrese pò capì.

Otto ore di processione tra fiducia e speranza

Alle 10.15 l’Immacolata è uscita sul suo carro trionfale: “Maria fiducia nostra, Madre della speranza”. Due parole, fiducia e speranza, che accompagnano quest’edizione 2024 della festa più attesa dei torresi quando mancano meno di 15 giorni all’apertura dell’Anno Giubilare.

Alla Madonna ciascuno ha affidato la sua fiducia e le speranze individuali intersecate, cucite con quelle collettive di un intero popolo che si è ritrovato per un lungo abbraccio, durato oltre 8 ore.

Tra decine di omaggi floreali, pirotecnici, musicali e qualche difficoltà pratica nell’ultimo tratto che ha visto il passaggio in via Falanga che mancava dal 2001, il carro è tornato in piazza Santa Croce quando il sole era già tramontato da un pezzo, mentre la processione cominciava la sua “salita finale”, a San Giuseppe alle Paludi.

L’Immacolata è “mamma”: è nel DNA torrese

Ancora una volta lunghi sulla tabella di marcia: “La Madonna esce una volta l’anno, e quando esce non si vuole più ritirare”. Uno dei tanti modi di dire torresi legati a questo voto. Figuriamoci quest’anno, che ha dovuto aspettare una settimana in più, per proteggersi dalla pioggia.

Tra la sua gente, tra i suoi figli che le affidano tutto: le preghiere per la salute, la speranza per la pace, l’augurio per la serenità familiare, ma pure l’auspicio per una tranquillità economica e – perché no – pure di vegliare sulla Turris.

Perché sotto quel manto e sotto quel carro ciascuno ritorna un pò bambino e i bambini, si sa, si rivolgono alla mamma per qualsiasi cosa, dalla più piccola alla più grande.

“Però è bella vederla camminare in strada di sera”, dice uno. “Eh ma è bella anche vederla entrare in chiesa con il tramonto”, dice un altro. La verità è che per il torrese l’Immacolata è bella sempre. Dai piccolissimi, in prima fila: “È la prima volta che vede l’Immacolata”, al più anziano: “Ringraziamo Dio perché abbiamo visto un’altra Immacolata”.
Il conto alla rovescia comincia oggi: meno trecentocinquantotto.

Sono nato mentre il Napoli vinceva il suo primo scudetto. Un "odi et amo" con questa terra, lungo una vita intera. Foto, videomaker, scrittura: do ossigeno a tutti i mezzi che mi consentono di raccontare la realtà, la mia realtà. Per i social sono #ilmennyquoditiano