Chiesa di San Biagio a Calastro: i miracoli e la devozione dei torresi

Chiesa di San Biagio a Calastro


In zona Calastro, a Torre del Greco, agli inizi del 1600, una stradina tortuosa conduceva al cosiddetto Fondo Fiorillo, un terreno campestre di proprietà del Regio Consigliere Antonio Fiorillo. Quest’ultimo, nel 1669, chiese alla mensa arcivescovile di Napoli il permesso di erigere una cappella all’interno della sua proprietà per uso proprio e dei vicini abitanti.
La proprietà si trovava nella zona detta “Scala”, nome che indica un’ insenatura marina per attracco navi. A fianco alla cappella, Antonio Fiorillo, fece costruire anche una piccola tenuta, dove, con la sua famiglia, trascorreva le vacanze estive. La cappella, dedicata a Santa Maria delle Grazie, non aveva obbligo di messa, il proprietario provvedeva al mantenimento e vi celebrava le messe festive, domenicali e la Festa di Santa Maria delle Grazie.

Parte della facciata della chiesa di San Biagio a Calastro

Particolare della chiesa di San Biagio a Calastro

Quando la figlia di Antonio Fiorillo, Beatrice, sposò Flaminio Sanbiase, la proprietà passò in dote matrimoniale alla famiglia Sanbiase. Nel volgo popolare la cappella è stata da sempre definita San Biase, originariamente per indicarne la proprietà, in seguito per la presenza di una statua di San Biagio. Nel 1800, essendosi indebitata, la famiglia Sanbiase subì l’esproprio, e tra i beni espropriati rientrò anche la proprietà torrese, che, nel 1838, fu aggiudicata a Francesco Saverio De Mercato. La famiglia De Mercato diede la gestione della piccola cappella ad un laico francescano, Fra Serafino, e fu proprio quest’ultimo a promuovere il culto di San Biagio di Sebaste. Leggenda vuole che il Santo salvò un ragazzino che stava soffocando per aver ingoiato una spina di pesce, cospargendogli la gola di olio santo.

La cappella presenta una facciata in pietra lavica ed una campana, probabilmente mai benedetta. L’antico portale, sparito, è stato sostituito con un antiestetico portale in plastica. Gli interni, piccoli ed angusti, presentano due altari, uno dedicato alla Vergine delle Grazie e l’altro, più piccolo, a San Biagio, ed una sagrestia.
Il 3 febbraio numerosi torresi accorrono alla cappella in occasione della festa di San Biagio, con l’intento di farsi intingere la gola con l’olio santo, e mantenere vivo un culto risalente al III secolo, assai praticato ancora oggi in tutta Italia. Un detto popolare torrese recita “San Biase, ‘u sole pì case”. Tale detto fa probabilmente riferimento all’usanza, ancora oggi in voga, di distribuire dei panini nel giorno della festa del Santo. Una tradizione molto antica che in passato vedeva accorrere soprattutto i torresi più indigenti. E’ quindi plausibile credere che per i torresi alla quale mancava il pane il 3 febbraio rappresentasse la giornata in cui nelle case il sole splendeva.

Fonte: Onofrio Melvetti – La chiesa di Santa Maria delle Grazie a Calastro, Volgo San Biagio.

Fotografie: torreomnia.com


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