“WhatsApp, Zuckerberg ne ha annunciato la morte ma nessuno se ne è accorto“: questo è quanto titola Il Fatto Quotidiano, analizzando il discorso pronunciato dal fondatore di Facebook durante la conferenza F8, dove si parla delle linee guida secondo cui sviluppare i progetti futuri.
Si è visto un Mark Zuckerberg nuovo, perfettamente consapevole del suo ruolo e dell’influenza che le sue parole e le sue azioni possono provocare nella comunità mondiale. Il colosso che ha creato sembra, a volte, una sorta di mostro in grado di ingoiare tutto, con una potenza economica e mediatica capace di spaventare chiunque.
Tornando all’argomento dell’articolo, l’annuncio (velato) della morte di WhatsApp sarebbe stato dato comunicando la nascita dei Messenger Bots, ossia dei programmi con la funzione di rispondere in maniera automatica al cliente che abbia contattato un’azienda o un’attività commerciale, in pochissimi secondi. In tal modo sarebbe possibile, per una persona, ad esempio, controllare la disponibilità e prenotare un tavolo in un certo ristorante. Risposte estremamente rapide in un mondo sempre più frettoloso, ma a farne le spese è sempre di più il contatto umano, vista la sempre crescente deriva che prende l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Se le intenzioni di Mark Zuckerberg sono quelle di aggiungere sempre nuove opzioni e possibilità all’interno del circuito di Facebook, è naturale che altri prodotti perdano progressivamente importanza e centralità nei programmi di sviluppo. Un altro argomento a favore della tesi della scomparsa, o futura superfluità, di WhatsApp è stata la sua presenza pressoché irrilevante del discorso di Zuckerberg e nel programma di eventi della conferenza. Il futuro, probabilmente, darà agli utenti l’opportunità di fare di tutto usando una sola applicazione rendendo le altre inutili: WhatsApp compresa.