La risposta di un meridionalista a Feltri: “Noi Terroni orgogliosi del nostro niente”
Giu 24, 2019 - Redazione
Mentre tutta l’Italia era preoccupata per le condizioni di salute di Andrea Camilleri, il direttore editoriale di Libero, Vittorio Feltri, decideva di far parlare di sé con l’ennesima uscita fuori luogo, intrisa di disprezzo ed ignoranza. Feltri ha infatti affermato che, in caso di morte di Camilleri, si sarebbe consolato perché in tal modo il terrone Montalbano non avrebbe più rotto i coglioni in televisione. Un’uscita che non ha bisogno di essere ulteriormente commentata.
Alla nostra redazione è giunta un’interessante riflessione da parte del Meridionalista Francesco Rao, Sociologo che attualmente ricopre il ruolo di Presidente del Dipartimento Calabria Associazione Nazionale Sociologi con ulteriore incarico elettivo nella Direzione nazionale della stessa associazione. Di seguito il testo integrale:
Questa riflessione vuole essere l’occasione per inviarLe un piccolo ed umile suggerimento per il Suo impegno professionale: per guadagnare visibilità, in futuro, provi ad evitare di coniare titoloni e frasi, tendenti a sminuire e/o ridicolizzare quanti finiscono quotidianamente sotto la Sua lente d’ingrandimento.
Se avesse letto con attenzione il Piccolo Principe, non Le sarebbe sfuggita la bellissima precisazione di Antoine de Saint-Exupéry “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Vede Sig. Direttore, a Sud non si vive per stare sotto i riflettori. Si vive perché orgogliosi di far parte di una Comunità che riesce ancora ad aprirsi a cerchi concentrici e, partendo da un piccolo paesino di provincia, diventare Cittadini del mondo senza fare del male a nessuno ma impegnandosi concretamente.
La Sua strategia è differente dalla nostra. Non oso condannarla ma non posso condividerla. Il Suo continuo modo di puntualizzare e ridicolizzare il Meridione ed i Meridionali non è un male. Lei ci sta facendo un grandioso favore senza saperlo. I Suoi lettori, grazie ai Suoi interventi, si incuriosiranno sempre di più e cercheranno di leggere e scoprire da vicino l’identità di questi Terroni; in tal guisa le persone che approfondiranno l’argomento incontreranno lungo la loro strada il mondo della cultura e le rispettive opere di Corrado Alvaro, Tommaso Campanella e poi Pitagora, Pirandello, Sciascia, Camilleri, Barlaam di Seminara, per citare soltanto alcune delle illustri personalità espresse dal Meridione.
Cercando cercando, non saranno assenti nelle ricerche le immagini che ritraggono le bellezza dei nostri territori e gli spettacolari paesaggi dove, nei secoli passati come oggi le popolazioni susseguitesi ed il loro agire hanno reso vita a culture, saperi ed identità tese sempre ad includere e mai ad escludere. Abbiamo saputo accogliere Migranti, Rifugiati politici ed abbiamo saputo integrare, conoscere e cooperare per crescere e mai per colonizzare e comandare.
Nella nostra semplicissima umiltà siamo stati reiteratamente bleffati, usati e traditi. Dall’Unità d’Italia al Patto Gentiloni, il tempo ed i diversi attori hanno variato di volta in volta i contenuti ma, alla fine, il Sud doveva garantire quel serbatoio di voti indispensabile all’ennesimo schieramento politico di vincere dopo aver promesso prima benefici e occupazione per poi realizzare tagli, sacrifici ed imporre ritardi, disoccupazione, crisi e marginalità sociale.
Seppur abbiamo nel tempo subito tutto ciò, continuiamo ancora oggi a vivere con ottimismo e, nel nostro modo di essere, continuiamo ad essere accoglienti, ospitali e gentili anche nei confronti di quanti amano prenderci a sberle, umiliandoci e tentando di farci apparire per ciò che non saremo mai per indole umana. Del nostro niente siamo orgogliosi, perché quel niente è la nostra storia e non il futuro di quanti hanno immaginato di poterci usare.
Nel Meridione che Lei ha recentemente vituperato per l’ennesima volta, mediante l’infelice sortita nei confronti di Andrea Camilleri, ci sono anche punti di debolezza ed a volte tali criticità sono anche tristi ed atroci. Conosciamo benissimo la nostra realtà e non intendiamo nascondere questa evidenza a nessuno. Per risolvere la parte negativa, non solo del Meridione ma dell’Italia intera, con deferente rispetto nei Suoi confronti, Le rammento che il nostro Ordinamento Giuridico non ha previsto il conferimento di un compito straordinario ad un giornalista, seppur stimato e preparato come Lei. Tale azione viene riposta nelle mani di quanti hanno le competenze previste a seguito dell’esercizio delle funzioni e dei rispettivi Uffici ricoperti, in altre parole le Istituzioni alle quali noi crediamo fermamente.
Pertanto, sperando di non dover assistere per l’ennesima volta ad un sermone inutile ed alquanto di poco gusto, saranno particolarmente gradite le Sue scuse nei confronti di Andrea Camilleri e conseguentemente i sentimenti di remissione andrebbero rivolte nei confronti di quel Meridione che non può continuare ad essere il bersaglio di quanti intendono sbottare, individuando i mali dell’Italia nel Sud e nella sua gente. Questo gesto potrebbe accreditarLa nell’intraprendere un nuovo viaggio, fatto di un giornalismo che sa raccontare quelle peculiarità spesso nascoste e superando la gaffe che, ultimamente sono divenute una sorta di abitudine, soprattutto quando il bicchiere è mezzo vuoto.
Cordialmente
Francesco Rao Sociologo e Meridionalista
P.S.
Per noi Meridionali, essere Terroni è un epiteto che sta ad indicare l’appartenenza ad una grande famiglia fatta di valori e tradizioni. Tutto ciò, rende possibile la visione del bicchiere mezzo pieno e la capacità di sognare un futuro migliore.
Prima di salutarTi, ringraziandoTi per avermi letto, vorrei chiederTi un piccolo aiuto: se la mia Riflessione fosse stata di Tuo gradimento, Ti chiederei di condividerla con i Tuoi amici, tramite Facebook o Whatsapp. In caso contrario, Ti sarò particolarmente grato se volessi segnalarmi ciò che non condividi. Questo spazio vuole essere anche un luogo dove potersi confrontare liberamente al fine di crescere ed imparare anche grazie alla condivisione. Personalmente continuo a ritenere attuale quanto asseriva Socrate: “So di non sapere”. Perciò, è un nostro diritto essere curiosi, apprendere e crescere.