Quanti di voi, napoletani veraci come siete, sono mai rimasti senza parole quando, in qualche cittadina del Nord Italia, siete stati costretti a pagare il bicchiere d’acqua che accompagna il caffè? Quanta acredine avete provato nel vedere quello 0,50€ in più (quando va di lusso) sullo scontrino del bar? Se credete fermamente in uno dei luoghi comuni più ricordati dal popolo partenopeo, allora inorridirete dinanzi alla notizia che arriva dalla Provincia di Venezia.
Lido di Jesolo. Uno dei più bei luoghi delle riviera veneto, frequentato ogni anno da frotte di turisti e bagnanti. Una coppia decide di andare a prendere un aperitivo in un locale, per cercare di resistere alla calura estiva. Si sa che a Jesolo (come ogni zona turistica) i prezzi salgono un pochino, ma il caldo è insopportabile. Anche il cane della coppia soffre molto l’afa di questi giorni. Sarebbe ingiusto gustare un campari o uno spritz ghiaccianto, senza dar la possibilità di bere un po’ d’acqua all’amico a quattro zampe. Così, oltre all’ordinazione, i due decidono di far portare un po’ d’acqua fresca per il loro cucciolo.
Arrivati al momento del conto però, ai clienti non tornano molto i conti. Se nella carta, uno spritz campari ed un calice di prosecco costano entrambi 3,50 euro l’uno, come mai il conto è di 7,30€? Da dove spuntano questi 30 centesimi? I due decidono quindi di visionare lo scontrino e scoprono così che gli è stata addebitata l’acqua del cane, al prezzo proprio di 0,30 €.
Tornati a casa, i padroni hanno deciso di rendere pubblica la storia, condividendo online la foto dello scontrino della discordia. Il Web così si è diviso. C’è chi crede (anche in ossequio al luogo comune che accennavamo poc’anzi) che l’atto sia una classica figura da “polentoni” o come un atto di scortesia. Per altri invece, il gestore della gelateria ha fatto bene. E’ stato chiesto un servizio e i servizi devono essere remunerati. Voi come la pensate?