Nasce la figura del tutor per le vittime di camorra nell’ambito del progetto “L’adozione sociale delle vittime di racket e usura“. Un sostegno economico, sociale e morale per prevenire ed essere solidale con le vittime dei clan e le richieste di pagare il pizzo.
In molti credono che la camorra sia come un cancro da tenere a bada. Un mostro fortissimo contro cui combattere.
Questo è quello che si propone di fare il progetto portato avanti dalla Regione Campania. Sostenere le vittime e spingerle a denunciare. Soltanto con la denuncia da tutte le vittime, ed il coraggio dei cittadini che si potrà un giorno combattere veramente questo male. Per ora bisogna partire da queste piccole ma importantissime cose.
Il progetto fa si che queste vittime del pizzo, abbiano a disposizione un patrimonio pari a 2,5 milioni di euro. Sulla questione è intervenuto anche Vincenzo Schiavo, presidente interregionale di Campania e Molise. Schiavo sostiene che soltanto con un’economia pulita si può veramente iniziare a parlare di uno sviluppo del paese.
Queste invece le parole di Annapaola Porzio, già Prefetto e attualmente commissario nazionale di Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura.
“Questo progetto è molto rilevante, perché significa che non c’è solo l’intercettazione di chi è soggetto a racket o a usura, ma c’è un sostegno reale, concreto. È fondamentale che la vittima che denuncia non venga mai lasciata sola. Questo progetto può essere un modello di riferimento ripetuto anche in altre regioni. In questo ampio ragionamento va fatto un discorso anche con le banche: agli istituti di credito va spiegato che aiutare gli imprenditori significa aiutare l’economia sana e quindi aiutare se stessi.”
La denuncia, come anche in altri casi, è fondamentale per la buona riuscita del progetto. Ma chi denuncia deve essere tutelato e spesso non è così creando l’effetto di non-denuncia. Questo progetto invece offre proprio la tutela ed è in grado di stabilire un rapporto non solo economico ma anche umano con il denunziante.