Società

Cura per il coronavirus a domicilio, la notizia corre sul web: è una bufala

Ancora fake news circa il coronavirus sul web, specialmente attraverso i social. Ha fatto scalpore la locandina del Ministero della Salute che invita i cittadini a non fare gargarismi con la candeggina, dovuta a una bufala che circola in Rete. Oggi, invece, è la Regione Campania a mettere in guardia su alcune notizie false, tra cui la somministrazione a domicilio del Tocilizumab e altri trattamenti.

Bisogna fare estrema attenzione: alcuni malintenzionati potrebbero averle create ad arte o potrebbero sfruttarle per farsi aprire le porte di casa, derubando e truffando i cittadini, specialmente gli anziani. Il consiglio è quello di seguire le notizie soltanto dai canali ufficiali e da organi di informazioni attendibili.

“In merito ad alcune dichiarazioni che circolano su piattaforme di social network, l’Unità di Crisi Regionale diffida dal diffondere notizie inesatte, allarmistiche e pericolose. C’è addirittura chi sollecita di instaurare quanto prima terapie a base di idrossiclorochina ed anche Tocilizumab in ambiente domiciliare.

“Premesso che anche la Regione Campania ha avviato il percorso della gestione delle terapie domiciliari mediante USCA, va chiarito e sottolineato che taluni farmaci, tra cui il Tocilizumab, come da protocollo condiviso da Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute, per loro caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche non possono essere somministrati a domicilio ma hanno necessità di somministrazione in ambiente ospedaliero, anche per i possibili effetti collaterali, richiedendo attento monitoraggio di parametri vitali.

“L’Unità di Crisi si dissocia da tali dichiarazioni, non solo per l’inesattezza dell’informazione scientifica, ma per il procurato allarme che esse, diramate in tal forma, generano nella comunità con il rischio di problematiche di tipo sanitario in corso di epidemia COVID19, e si diffida a ritirare le dichiarazioni dalla Rete per le gravi conseguenze che ne possono derivare”.