Società

Apertura scuole, i rischi ci sono: “Meglio di farli andare nei centri commerciali”

Nelle ultime settimane il sistema del tracciamento per verificare i contatti dei positivi al coronavirus è saltato. I numeri infatti sono così imponenti da rendere possibile questa funzione.

A dichiararlo è stato il coordinatore tecnico del comitato scientifico. Angelo Miozzo ha altresì dichiarato che si potrà ripristinare tale sistema soltanto quando la curva dei contagi tornerà a scendere. In effetti negli ultimi due giorni il trend è calato, ma questo non basta ancora.

Se però i contagi dovessero calare ulteriormente allora ecco che il tracciamento per i contagi da coronavirus potrebbe tornare a funzionare. Per tracciamento, o contact tracing, si intende la attività di ricerca e di gestione con coloro che hanno avuto contatti con un positivo al fine di evitare che il virus ampli il suo giro.

Questione scuola

Queste le parole di Angelo Miozzo a Radio 24: “Con 30mila casi al giorno è assai difficile immaginare la funzionalità come quella del tracciamento. Vanno rafforzate le risorse umane che seguono in maniera considerevole, se si riducono i contagi tornerà a funzionare. È saltato quando abbiamo avuto 35mila casi. Continuiamo a ribadire che il virus rende incompatibili le relazioni sociali che sono pericolose soprattutto per i più fragili. Il Natale quest’anno dovrà essere intimo come un giorno ordinario.

Potrebbe essere una buona opzione, bisogna far ritornare ragazzi e docenti a scuola garantendo la sicurezza. Il rischio deve diventare compatibile con la disponibilità di risorse per tamponi in tempo reale e tracciamento a supporto della vita scolastica.

Riteniamo che l’apertura delle scuole non sia a rischio zero. Però è un rischio sicuramente inferiore di immaginare i ragazzi liberi di andare nei centri commerciali senza regole ed è un rischio che prende in considerazione la salute psicofisica dei ragazzi. Non è pensabile lasciare milioni di giovani nella didattica a distanza per un anno intero. Avremo quest’anno dei liceali che arriveranno alla maturità avendo fatto un mese di scuola in presenza, questo è inaccettabile.”